Non si placano le indagini riguardanti gli attacchi terroristici che l’11 settembre 2001 colpirono gli Usa e sconvolsero il mondo. In questo periodo, in cui a farla da padrone sono gli attentanti terroristici dell’Isisi. i funzionari dei servizi di intelligence degli Stati Uniti hanno terminato la revisione del dossier di 28 pagine, ancora classificate, relativo all’inchiesta sugli attentati. Secondo quanto affermato dal portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, per il quale non vi sarebbe alcuna prova di eventuale complicità di funzionari dell’Arabia Saudita nella pianificazione degli attacchi, in una conferenza stampa: «La relazione confermerà quanto sosteniamo da diverso tempo». Le rivelazioni di Earnest sono stata accolte con favore dall’Arabia Saudita che attraverso il suo ambasciatore negli Usa, Abdullah al Saud, hanno sottolineato: «Speriamo che la pubblicazione di questa pagine possa chiarire una volta per tutte i dubbi e le domande persistenti sulle azioni e le intenzioni dell’Arabia Saudita volte ad interrompere l’amicizia con gli Stati Uniti». Lo scorso 12 giugno il direttore della Cia John Brennan aveva escluso un coinvolgimento saudita negli attentati dell’11 settembre 2001 in una lunga intervista rilasciata all’emittente televisiva “al Arabiya”. «Credo che le 28 pagine mancanti saranno desecretate. Sostengo in tal senso la loro pubblicazione così da dimostrare l’estraneità del governo saudita negli attentati dell’11 settembre», aveva detto Brennan, smentendo così le parole dell’ex componente della Commissione d’inchiesta del Congresso Usa, John Lehman, secondo cui il rapporto riservato conterrebbe prove di un sostegno ad al Qaeda da parte di sei funzionari sauditi. La vicenda ha posto a rischio le relazioni tra Riad e Washington, ma il rapporto è stato nuovamente ricucito in seguito alla visita di una settimana negli Usa del vice erede al trono Mohammed Bin Salman, nuovo volto dell’establishment saudita e considerato come il futuro del lento cambiamento del paese. Il dossier di 28 pagine su cui si basano peraltro le richieste di risarcimento dei familiari delle vittime dell’11 settembre risale al 2002 ed e’ stato redatto nel quadro della Commissione d’inchiesta parlamentare congiunta sull’attività dei servizi segreti, ma l’allora presidente George W. Bush ne bloccò la pubblicazione ponendo il segreto di stato. Obama prima della sua elezione ha fatto della pubblicazione del dossier e della piena verita’ sull’11 settembre un punto importante della sua campagna elettorale, ma una volta eletto la questione è rimasta sotto silenzio per ovvie ragioni di sicurezza e politica estera. Secondo i media statunitensi in quelle pagine sarebbero tracciati i rapporti finanziari intercorsi tra Arabia Saudita e al Qaeda, con particolare riferimento al supporto finanziario offerto ai terroristi.