Omicidio Roma, inquietanti verità dal carcere: la confessioni

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Omicidio Roma, inquietanti verità<br> dal carcere: la confessioni

(m.g.) – Durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto mercoledì al Regina Coeli, Marco Parto e Manuel Foffo, accusati di aver ucciso il 23enne Luca Varani, non hanno fatto altro che incolparsi a vicenda.

“È stato lui a ucciderlo senza pietà mentre Luca si lamentava e chiedeva di non morire – ha detto Prato – voleva che partecipassi all’omicidio. Io ho provato a stringere le mani intorno al collo della vittima, ma non ci sono riuscito, e allora Foffo gli ha tagliato le corde vocali per paura che gridasse. Avevo pietà per quel ragazzo, ho preso un piumino e l’ho coperto. Poi Manuel è sceso al piano di sotto dove abita la madre che era in casa. Era tutto sporco di sangue. Ha preso degli stracci e mi ha costretto a pulire. Mi trattava come una femminuccia. Io gay e lui che si dichiarava etero. Ho detto mi voglio ammazzare, questa cosa è atroce”.

Come si legge su Il Messaggero, i carabiniere che stanno indagando al caso, stanno tentando di capire se qualcuno possa avere aiutato Manuel dopo l’atroce omicidio.

Inoltre, pare che i killer non fossero soli in 48 ore avendo ricevuto la visita di Alex Tiburtina e Giacomo: “Abbiamo preso cocaina e fatto sesso anche con loro – racconta ancora Prato – È venuto pure un altro, oltre allo spacciatore, un dipendente del ristorante della famiglia di Manuel”.
In base alla ricostruzione, tutta da accertare, i tre avrebbero avuto rapporti particolarmente violenti che potrebbero aver fatto infuriare Luca Varani facendo poi scattare l’ira omicida. In seguito, Foffo avrebbe comprato le quattro boccette di Minias per Prato. La Procura starebbe idagando per istigazione al suicidio.CONTINUA A LEGGERE

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