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Cronaca

Giardini Francesco Paolillo nel degrado, la denuncia dei familiari: “Il Comune non ha fatto nulla”

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Ricordare le persone speciali è un dovere della società e, con questo spirito, il Comune di Napoli ha dedicato, dieci anni fa, a Francesco Paolillo un parco giochi. Un’idea bellissima, voluta per onorare il coraggio di un ragazzo che, a soli 14 anni, ha sacrificato la propria vita per aiutare un amico.

Francesco ha perso la vita il 25 ottobre del 2005, cadendo dal sesto piano di un palazzo in costruzione a Ponticelli in via Angelo Camillo de Mei, dove si era recato insieme ad altri ragazzi della zona per giocare nelle aree non custodite del cantiere.

Per aiutare un compagno che non riusciva più a scendere dalle impalcature, Francesco non aveva esitato a risalire al fine di aiutarlo, salvo poi inciampare e cadere nel vuoto del vano destinato ad ospitare l’ascensore.

Al gesto nobile di Francesco, morto dopo essere stato trasferito all’ospedale San Giovanni Bosco, era seguita – nel 2007 – l’iniziativa di intitolargli un parco giochi, simbolo della gioia di vivere di un ragazzo generoso e solidale.
Inizialmente le strutture sono state mantenute in buono stato grazie all’impegno spontaneo dei genitori del ragazzo che hanno gestito la manutenzione della zona fino a quando non è stata affidata al Comune che – tristemente – l’ha abbandonata ad un destino di incuria.
Alessandro Paolillo – fratello di Francesco – si è dunque rivolto a Retenews24 per segnalare lo stato attuale di degrado dell’area: alberi non potati, erba secca ovunque, giochi rotti, campo non più agibile con recinzioni danneggiate.
Un’area voluta per regalare un luogo sicuro ai giovani del quartiere, affinché non si ripetessero tragedie come quella accaduta nel 2005 è divenuta, con il passare degli anni, paradossalmente, un luogo pericoloso per tutti.
“Il Comune di Napoli non ha fatto nulla – ci ha detto Alessandro Paolillo, spiegando che –  se le strutture sono ancora in piedi è grazie al nostro lavoro, perché senza avere alcuna nomina o incarico ce ne prendiamo cura, le puliamo, sistemiamo le buche e rimediamo all’usura, nonostante sia difficile. Ci sono stati contatti con le istituzioni, sono venuti anche a fare un sopralluogo ma nulla è cambiato. Il parco – ha aggiunto il signor Alessandro – è stato fortemente voluto da mia mamma per evitare che i bambini andassero in aree non idonee a giocare. Anche il Presidente della Repubblica ha espresso il suo sostegno ma la politica locale ci segnala solo l’assenza di fondi per realizzare la manutenzione del parco”.
Paradosso nel paradosso, gli edifici del cantiere sono stati abbattuti, ma al loro posto sono rimasti fossati e materiali di risulta del cantiere. Probabilmente anche le amministrazioni pubbliche potrebbero imparare dallo spirito di Francesco e lavorare per il prossimo per rendere più sicure zone della città che – anche simbolicamente – dovrebbero essere emblema di valori positivi e non di disinteresse e degrado.
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