24anni fa, Palermo “acchianata” ricorda Paolo Borsellino. Il 19 luglio 1992 moriva il magistrato italiano, un ricordo indelebile fra le pagine della nostra storia, l’uomo rimasto nel cuore di tutti, l’uomo che voleva dire basta alla mafia, l’uomo che voleva solo trovare chi aveva ucciso il suo grande amico Giovanni Falcone. Palermo ricorda il suo eroe in quella stessa via che l’ha visto lasciare il nostro mondo. L’associazione “Le Agende Rosse” ha avviato un ciclo di iniziative dal titolo “Speriamo che cambi il vento”. Il primo appuntamento si è tenuto ieri sera a Palermo, alle 21.30, con una fiaccolata e l'”acchianata” a Monte Pellegrino. Il corteo è partito da via D’Amelio con arrivo a Castello Uveggio. “Facciamo questa acchianata dal 2009 – racconta Salvatore Borsellino, fratello di Paolo – E’ un impegno fisico per la legalità e per la memoria delle stragi del ’92 e del ’93, per dire che noi ci siamo e vogliamo andare avanti nella ricerca della verità. Da qui nasce l’idea simbolica della “acchianata”, per dire che noi continuiamo a camminare e a muoverci in nome della giustizia”. Una delle pagine più oscure della storia repubblicana, la strage di via D’Amelio, su cui dopo quasi un quarto di secolo non si riesce ancora a fare piena luce. Dopo più di dieci processi, infatti, la verità su quell’eccidio è ancora lontana. Una lunga serie di depistaggi, una revisione, condanne definitive nei confronti di gente rivelatasi poi innocente, hanno infatti intorbidito il percorso di ricerca dei responsabili, ed oggi il nuovo corso giudiziario è ispirato dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza. Il giudice è stato ricordato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal presidente del consiglio, Matteo Renzi. “La memoria di quella strage è parte della riscossa dei cittadini onesti” ha detto il Capo dello Stato. “L’Italia non dimentica” ha scritto su Twitter il premier Renzi. “Tutti sappiamo ciò che successe 24 anni fa al giudice borsellino e alla sua scorta. Non vi dimenticheremo mai”.