"Ogni farmacista titolare, direttore o collaboratore di farmacie, pubbliche o private" può "rifiutarsi, invocando motivi di coscienza, di vendere dispositivi, medicinali o altre sostanze che egli giudichi atti a provocare l'aborto".
E' questo che si legge in una proposta già depositata in commissione Affari Costituzionali alla Camera, per il diritto all'obiezione di coscienza per i farmacisti.
"Nell'enciclica Evangelium vitae, emanata dal Papa Giovanni Paolo II, si afferma che: ' (...) l'aborto e l'eutanasia sono crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare'. Questa posizione è stata ribadita con forza, di recente, anche da Papa Francesco". Come riporta l’Adnkronos, inizia così la proposta di legge presentata da Gian Luigi Gigli, professore ordinario di neurologia eletto con Scelta Civica ed ora nel gruppo di Democrazia solidale - Centro democratico.
E’ noto, infatti, che già diverso tempo anche le associazioni di rappresentanza dei farmacisti rivendicano il diritto come quello dei colleghi medici.
Queste nuove situazioni,ha proseguito Gigli, "esigono anche nuovi strumenti legislativi che garantiscano il rispetto delle leggi vigenti, ma anche il rispetto delle convinzioni e della coscienza di ciascuno".
I farmacisti che intendano avvalersi di tale diritto, dovranno comunicarla "al titolare della farmacia ovvero al direttore dell'azienda ospedaliera o al direttore sanitario della struttura sanitaria privata autorizzata o accreditata, disponendo, altresì, di fornire le opportune informazioni sull'ubicazione delle strutture più vicine nelle quali operino farmacisti non obiettori di coscienza".