L’auto sulla quale viaggiava è intestata alla figlia del boss Gennaro Longobardi, capo della camorra flegrea da poco scarcerato. Si chiamava Luigi Mattera 43enne di Pozzuoli aveva interessi nel campo dei prodotti ittici. Incensurato e mai toccato neanche di striscio dalla giustizia. La sua colpa, almeno fino a quando non saranno scovati dagli investigatori altri indizi che apriranno eventuali piste da seguire, era di guidare un auto intestata alla figlia di un camorrista. Almeno tre colpi di pistola, dei quali uno alla testa, hanno segnato nel sangue il pomeriggio del 7 settembre in una zona periferica di Giugliano, nel Napoletano, e la morte di Mattera. – Continua a leggere dopo la pubblicità –
Due i sicari, secondo le testimonianze raccolte dai militari della compagnia di Giugliano guidati dal capitano Antonio De Lise e supportati dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna, avrebbero accostato l’auto sulla quale viaggiava da solo Luigi Mattera, una LanciaY, in via Carrafiello a Varcaturo e avrebbero fatto fuoco. Non c’è stato scampo per la vittima, nessun tempo di reazione: il proiettile che lo ha colpito in piena tesata ha segnato la sua fine. Si indaga nella vita privata del 43enne; il collegamento con la famiglia Longobardi-Beneduce, reggenti del clan camorristico di Pozzuoli è evidente visto che l’uomo era alla guida di un auto intestata alla figlia del boss, ma il perché resta l’interrogativo al quale gli investigatori devono dare una risposta, un tassello fondamentale per ricostruire le dinamiche dell’agguato e capirne il movente.