Mentre lotta contro l’Hiv non si arresta e la ricerca è in grado di fornire nuovi possibili armi, in Australia le maggiori organizzazioni e gli scienziati hanno decretato la sua fine dell’Aids come problema di salute pubblica affermando che il paese si unisce alle poche nazioni nel mondo che hanno debellato l’epidemia. Il numero di australiani diagnosticati con l’Aids ogni anno è ora così ridotto che i maggiori ricercatori e l’Australian Federation of Aids Organizations (Afao) hanno annunciato che l’era della fatale sindrome è finita. L’ultimo report di Unaids (l’agenzia Onu contro l’Aids) aveva già confermato il trend, con un calo del 42% rispetto al 2004 e indicato nel 2030 l’anno della sconfitta totale del virus, ma c’è chi ci arriverà molto prima.
l numero di casi si è drasticamente ridotto dall’avvento a metà degli anni 1990 dei farmaci antiretrovirali, che impediscono al di progredire verso l’Aids, quando il sistema immunitario è talmente danneggiato da non poter più combattere l’infezione. Al suo culmine negli anni 1990 morivano di Aids circa 1000 australiani ogni anno. “Abbiamo ora accesso a un trattamento che ha avuto effetti straordinari, mentre l’attivismo nella comunità gay, sin dai primissimi anni dell’Aids negli anni 1980 e 1990, ha contribuito sostanzialmente a combatterlo”, ha detto il direttore dell’Afao, Darryl O’Donnell. I farmaci antiretrovirali sono stati cruciali nel declino dell’epidemia, permettendo alle persone diagnosticate con Hiv una vita sana e lunga, ha aggiunto. “Abbiamo visto una trasformazione drammatica dell’Hiv da una condanna a morte a una malattia cronica gestibile. I soli casi di Aids che incontriamo sono di persone non diagnosticate con Hiv che non possono più essere trattate”.
Infatti un cavallo sarebbe sfuggito al controllo del suo padrone proprio mentre transitava un'autovettura con a bordo un padre (conducente), la piccola figlia con l'amichetta