Centinaia di persone si sono messe in coda dalla prima mattina sotto la pioggia battente per entrare nel Palazzetto dello sport dove alle 11 è iniziata la celebrazione dei funerali di 13 delle 23 vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso in Puglia. Il Palazzetto dello sport, che può contenere all’incirca 5 mila persone, si è rapidamente affollato. All’interno è stato allestito un semplicissimo altare e le bare sono allineate una a fianco all’altra. Il tutto alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, della presidente della Camera, Laura Boldrini, che si è avvicinata ai parenti delle vittime per esprimere il suo cordoglio, dell ministro dei Trasporti Graziano Delrio (in rappresentanza del governo) e del capo della polizia Franco Gabrielli.
Anche il presidente Sergio Mattarella si è fermato per qualche minuto in raccoglimento dinanzi alle bare delle vittime del disastro ferroviario. Mattarella ha poi raggiunto i parenti che sono seduti nelle prime file per stringere le mani e rivolgere una parola di conforto a ciascuno di loro.

Le famiglie di dieci delle vittime hanno preferito i funerali in forma privata a quelli pubblici organizzati dalla Diocesi di Andria insieme al Comune. Al centro c’è la bara di Fulvio Schinzari, il funzionario 59enne di polizia che quella mattina stava andando da Andria al lavoro in Questura a Bari. E poi Pasquale Abbasciano, il macchinista 61enne; il collega Luciano Caterino, 37enne nato e residente a Corato; Giuseppe e Serafina Acquaviva, 57 e 62 anni; Rossella Bruni, 26 anni, originaria di Trani; Jolanda Inchingolo, 25 anni (che i genitori hanno voluto in una bara bianca); Gabriele Zingaro, 25 anni; Benedetta Merra, 52 anni, di Andria; Michele Corsini, 61 anni era nato a Milano; Pasqua Carnimeo (per gli amici Patty), 30 anni, nata a Modugno; Julia Favale, nata in Francia, di 51 anni; Giovanni Porro, 56. Presente il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, ma nell’area del Palazzetto dello Sport ci sono quasi tutti i sindaci della zona con i gonfaloni.

“Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell’Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento”. Lo ha detto il vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, durante l’omelia ai funerali di 13 delle 23 vittime. “Speriamo che si sospenda questo fare – ha detto ancora – e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie”.
foto: Ansa