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Partono poco più che bambini e tornano uomini. Alti quasi un metro e cinquanta, non hanno ancora l’acne giovanile e la peluria che distingue gli adolescenti: 12 anni e un cuore pieno di paura. Vanno via con le loro borse cariche di sogni e la biancheria pulita, con le maglie stirate dalla mamma, un bacio e tante raccomandazioni. Ma per i giornalisti, i presidenti e gli allenatori, loro sono solo giocatori, pronti ad essere girati di club in club, come pacchi. Ma il calcio è anche questo. Sull’onda dell’entusiasmo per l’arrivo di Higuain, che aggiunge agli altri stranieri un altro giocatore argentino, Napoli esporta i suoi campioncini all’estero, a Birmingham precisamente, città a circa 500 km da Londra. A discapito della tradizione di difensori e “catenacciari” arcigni, l’Italia propone altri 4 giocatori di fantasia: il centrocampista Francesco Apuzzo, classe 2001, dal piede educato, e Simone Giliberti, anche lui 12 anni, seconda punta alla Lorenzo Insigne. Dopo di loro, sarà la volta di altri due baby campioni, del ’99 stavolta, mediani, dai passaggi precisi e dalla ottima visione di gioco. Un’altra fuga di geni insomma, che vedrebbe il nostro Stivale privarsi di elementi dalle ampie prospettive: un nuovo caso “Verratti”, insomma, venduto dal Pescara al Paris Saint Germain per pochi 18milioni, valorizzato e portato a grandi livelli dagli stessi francesi. Oppure del Pepito Rossi, tornato in Italia, alla Fiorentina, dopo essere cresciuto tra le fila dei “Red Devils” a 17 anni. Un dato che fa pensare, specialmente quando i quattro campioncini, originari di Materdei, cresciuti sotto l’ala protettiva del presidente del club Pirozzi, avrebbero potuto essere estimati da un osservatore del Napoli o quantomeno di un club italiano, non da Gary Williams, ex difensore anglosassone. Nota positiva, il prestigio del presidente del Materdei, che apre le porte al mercato estero, proponendo il suo club come fucina di giovani promesse.