Pulcinella senza erede: "Ma non deve morire..."
Carmine Coppola è l'ultimo attore ad aver indossato la maschera

Pulcinella non ha un erede. L’allarmante monito di Carmine Coppola continua ad echeggiare tra i vicoli di Napoli. E’ lui l’ultimo Pulcinella, l’ultimo attore che abbia fin ora indossato l’autentica maschera di Pulcinella. Quella donatagli dal grande Eduardo De Filippo. Nel donargliela gli disse: “Pulcinella non deve morire.” E così il servo scanzonato ha vissuto fin ora grazie a lui. Il pulcinella vivente del Teatro acerrano interamente dedicato al proverbiale Maccus. Carmine Coppola, all’età di 75 anni, dopo avere a lungo reso omaggio alla secolare tradizione, sembra non riuscire a trovare un degno erede che possa indossare la maschera. Lo rivela a Retenews24 durante un’intervista, confermando quanto già un anno fa aveva preannunciato: “Sto cercando e cercando,” - diceva – “ma in giro vedo solo tante pulcinellate; manca il Pulcinella vero, quello autentico che riesce a far vivere e a vivere emozioni e felicità. Il Pulcinella dotato di cuore autentico verso le radici della tradizione popolare partenopea è inesistente”.
Ed ora? L’attore spiega di non aver ancora trovato il degno erede. E’, dunque, categorico. E, in effetti, non è difficile dargli ragione, se solo si pensa ad alcuni dei nomi che lo hanno interpretato: Silvio Fiorillo, Massimo Ranieri, Massimo Troisi, Eduardo De Filippo. E sono solo alcuni. Chi potrà sostenere degnamente il peso di questa grandiosa tradizione? “L’arte di Pulcinella non è acqua”, ribadisce Coppola. Ma perché è tanto difficile interpretare Pulcinella? Ci si potrebbe chiedere. E’ la tradizione napoletana a rispondere: Pulcinella è un servo furbo ma pigro ed indolente, ha una tonalità di voce stridula e acuta, cammina in modo goffo, gesticola in modo eccessivo, plateale. Ama vivere alla giornata sfruttando la sua astuzia. Girovaga tutto il giorno per i vicoli e quartieri di Napoli, adeguandosi a qualsiasi situazione che l’occasione richiede: ora è un abile impostore ora un ladro, ora un ciarlatano o un povero affamato o un ricco prepotente. È spontaneo, semplice, divertente e generoso. Parla molto. Ma è anche dispettoso, malinconico e inaffidabile. Pulcinella è tutto e niente. E’ bianco e nero. E’ buono e cattivo. Tutto un mondo in una maschera. E Carmine Coppola lo sa bene: o lo si interpreta con amore, dedizione, passione per la “napoletanità”, o non lo si fa affatto. E intanto la voce del grande predecessore, che ricorda “Pulcinella non deve morire”, continua a riecheggiare tra i vicoli di Napoli.
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