Toto, disabile senza assistenza, col sogno da scrittore
S.Giorgio, i dipendenti della Gesco si rifiutano di aiutarlo perché in carrozzella

Antonio, per gli amici Toto, ha 33 anni, si è laureato a pieni voti all’Università di Napoli Federico II in Storia Contemporanea, ha il tesserino di pubblicista e attualmente sta scrivendo un saggio. Toto ha un problema, uno di quelli che, a volte, nessuno vuol sentire, tristi e senza via d’uscita: è affetto da tetrapresi spastica grave, costretto a stare su una sedia a rotelle. Da qualche settimana non riceve più assistenza materiale: gli operatori, che si occupano di altri casi come quello di Antonio, gli dedicano poche ore, svolgono un servizio frettoloso. Ma la mancata fruizione del servizio non è causata da un problema degli assistenti, bensì dalla scelta della madre di Toto, Restituta Prota. Quest’ultima, divorziata e insegnante all’Istituto Medi di San Giorgio a Cremano, accudisce da sola il figlio da quando, qualche anno fa, ha rifiutato le sovvenzioni offertele dal consorzio “San Giorgio Solidale”, oggi facente parte del consorziomGesco, chiedendo che le fosse riconosciuto il solo servizio di accudienza materiale. “Non ho mai chiesto aiuti economici – dice la madre – ma solo rispetto. Ogni volta ci sono facce nuove, sono sprovvisti di tesserino e poco raccomandabili”.
Infatti, già vittima qualche anno fa di un furto da parte degli operatori sociosanitari di un noto consorzio di San Sebastiano al Vesuvio, la madre di Toto diffida dal far entrare gente in casa. Ma, purtroppo, non è tutto: in una lettera spedita al Sindaco Giorgiano, la donna denuncia un fatto gravissimo. Da tempo, gli operatori si appellano ad una “fantomatica” (come evidenzia la signora Prota) legge del 1981, per cui non possono sollevare pesi superiore a 25 kili (questi, a detta della madre la nota che evidenziano gli operatori), avanzando la pretesa di costringere Toto a rimanere a letto per evitare la traduzione dalla carrozzina e sottoporlo al lavaggio. “Una richiesta senza senso. Mio figlio è un pubblicista e scrittore. Pur avendo problemi di deambulazione, lavora quotidianamente al computer. Obbligarlo a stare a letto mi sembra una gravissima mancanza di rispetto.” Si rifiuta, adesso, di far salire ogni assistente sociale o accudientemateriale mandato dalla Gesco, i quali, periodicamente, citofonano per svolgere le proprie mansioni. Toto e sua madre chiedono di parlare direttamente con i vertici del consorzio, con l’assessore Cautela e con il sindaco Giorgiano, per essere finalmente ritenuti “degni” di considerazione.
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