Positivo l’avvio del 2016 per il settore agroalimentare sulla scia della ripresa evidenziata a partire dal 2015. E’ quanto emerge dal rapporto AgrOsserva di Ismea e Unioncamere relativo al primo trimestre, pur nello scenario di incertezze legato alla frenata dell’economia mondiale dovuta alla crisi di alcune grandi economie emergenti. Piu’ nel dettaglio il settore agroalimentare italiano – nell’insieme di agricoltura e agroindustria – chiude il 2015 con una crescita piu’ robusta di quella registrata dall’economia nazionale, considerata nel suo complesso: il valore aggiunto del settore registra una crescita del 4,2% a valori correnti e del 2,3% in volume. Per quanto riguarda l’agricoltura, crescono sia il valore della produzione che l’occupazione; quest’ultima segna un tasso incrementale annuo del +3,8%, a fronte di un dato medio nazionale dello 0,8%. Nei primi tre mesi dell’anno in corso tale dinamica positiva risulta ulteriormente rafforzata: il numero degli occupati nelle campagne cresce infatti del 5,8% su base annua, con un contributo particolarmente significativo degli under 35 (+13,8% rispetto ai primi tre mesi del 2015). La dinamicita’ del settore agroalimentare nazionale si deve, invece, ancora principalmente alla tonicita’ della domanda estera: dopo il +7,4% messo a segno dal food&beverage Made in Italy sui mercati esteri nel 2015, l’export del settore registra un ulteriore +1,8% nel primo trimestre 2016, favorito dalla stabilita’ del tasso di cambio dell’euro e dalle condizioni economiche dei Paesi dell’Area Euro. Nell’area della moneta unica, infatti, nei primi tre mesi del 2016, si e’ osservata una crescita del Pil (+1,5% su base tendenziale), per l’effetto combinato del rafforzamento della domanda interna, della produzione industriale, della crescita dell’occupazione e anche dell’aumento del reddito disponibile delle famiglie. In Italia, il miglioramento del mercato del lavoro e il calo generale dei prezzi, stanno determinando una crescita del potere di acquisto delle famiglie. Ma gli acquisti domestici di beni alimentari non manifestano segni di ripresa: a valori correnti, il primo trimestre del 2016 si chiude con una flessione dello 0,5% su base annua, per la contrazione essenzialmente della spesa di prodotti freschi sfusi. E l’appesantimento del mercato interno finisce con l’avere dei riflessi negativi sulla situazione economica delle campagne. In base alle elaborazioni Ismea, i listini dei prodotti agricoli nazionali, nel primo scorcio dell’anno, restano bassi, di riflesso anche al corso deflativo delle principali commodity a livello internazionale. Nei primi tre mesi si registra, infatti, un calo dei prezzi all’origine del 10,1% (rispetto al livello dei primi tre mesi del 2015) per la flessione dei prodotti zootecnici (-3,4%) ma soprattutto di quelli vegetali (-15,2%). Ad aprile e a maggio la tendenza negativa tuttavia si attenua (rispettivamente, del -7,8% e del -4,6% le variazioni mensili su base annua), grazie alla ripresa mensile delle quotazioni di frutta e ortaggi. Sul fronte dei costi, l’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione evidenzia una flessione dell’1,9% rispetto al primo trimestre del 2015.