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Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Pianura che non hanno ritrovato elementi utili alle indagini. Nessuna ogiva deformata, nessun bossolo presente nella zona ma 4-5 fori, solo uno però evidente, presenti sulla serranda.

La titolare di Daniel’s Sport, storico negozio di abbigliamento sportivo gestito da decenni dalla famiglia dell’ex consigliere regionale Pietro Diodato, ha riferito di non aver mai subito minacce o richieste di racket.

Secondo gli inquirenti, potrebbe quindi trattarsi di una “bravata” degenerata in seguito a un’accesa discussione avuta tra un gruppetto di ragazzi e una persona vicina all’attività commerciale. Discussione nata per gli schiamazzi notturni causati da diverso tempo dal gruppetto di giovani che, sempre secondo le ipotesi investigative, avrebbe poi deciso di vendicarsi sparando contro la serranda del negozio.

Non è da escludere tuttavia la pista che porta al racket in un territorio, come quello di Pianura, dove negli ultimi mesi è forte la tensione tra lo storico clan dei Pesce-Marfella, debellato negli ultimi anni da arresti eccellenti e omicidi, e le nuove leve che farebbero capo – secondo le ultime informative – a Salvatore Romano, alleatosi nella zona occidentale di Napoli con i Giannelli (a Bagnoli-Cavalleggeri) e con i Sorianiello (a Soccavo).

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La polizia è intervenuta, intorno alle 22, all’ospedale Loreto Mare dove il ragazzo è stato trasportato e medicato dai sanitari. Le sue condizioni non sono gravi.

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E’ quanto ha annunciato Francesco Greco, procuratore della procura di Napoli Nord. Nei giorni precedenti al suicidio, avvenuto martedì 13 settembre nel garage dell’abitazione di Tiziana,

Oltre alle persone che hanno diffuso il video, sono stati citati in giudizio anche Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube sostenendo che fosse applicato il diritto all’oblio.

Il giudice del tribunale di Aversa aveva riconosciuto la lesione del diritto alla privacy di Tiziana Cantone, contestando ai vari social forum di non aver rimosso all’istante i video lesivi della sua reputazione.

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Sull’episodio sono in corso le indagini dei carabinieri che, almeno in questa prima fase, hanno escluso moventi legati alla criminalità organizzata o a una tentata rapina. Secondo una prima ricostruzione, sembra che l’aggressione sia riconducibile a motivi di natura persona-familiare.

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Quando i carabinieri sono andati a svegliarlo, l’uomo ha prima cercato di tararsi fuori dalla vicenda dicendo di aver prestato l’auto ad un suo amico poi quando i carabinieri lo hanno messo alle strette, ha reagito aggredendoli con calci e pugni. E’ stato trasferito in carcere con le accuse di resistenza e lesioni.

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La vittima, una donna ucraina di 37 anni, è stata molestata e rapinata delle scarpe e del telefono cellulare. I due connazionali hanno deciso di fare un giro in auto, con la donna a bordo, in un’area boschiva del Parco Nazionale del Vesuvio dove però avrebbero provato a molestarla. La donna ha reagito, divincolandosi e mettendo in fuga i due uomini che prima di allontanarsi le hanno rubato scarpe e telefono cellulare.

In soccorso della 37enne sono giunti gli agenti della polizia municipale che poi hanno avvertito i carabinieri. La donna è stata medicata all’ospedale ‘Loreto Mare’ di Napoli per ematomi e graffi guaribili in 8 giorni.

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Una situazione paradossale che ha già precluso l’inizio delle attività sportive dell’Ati Collana, l’associazione che racchiude le nove società sportive che hanno vinto il bando per la gestione per i prossimi 16 anni.

“Non abbiamo il campo allenamento e abbiamo iniziato la preparazione arrangiandoci su un campo di calcetto di Agnano” spiega Palmieri, direttore generale del Napoli Calcio Femminile, una delle associazioni sportive che fanno parte dell’Ati, che proprio in queste ore ha pubblicato una “lettera aperta”  per sensibilizzare le istituzioni e i cittadini napoletani.

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“Dal 1 settembre – continua Palmieri – saremmo dovuti entrare nella gestione del Collana e nel giro di 4-5 anni avremmo garantito 5 milioni investimenti proprio perché aggiudicatari del bando che la regione ha pubblicato due anni fa. La struttura è in condizioni precarie da tempo anche perché stagione dopo stagione il Comune non ha garantito la necessaria manutenzione. Noi società abbiamo non solo pagato il fitto, tra l’altro piuttosto caro rispetto ad altre strutture, ma abbiamo anche speso soldi per la manutenzione (ordinaria e straordinaria)”.

Nonostante le rassicurazioni del Comune di Napoli, attraverso le parole dell’assessore Ciro Borriello (“Riapriremo a settembre la struttura”, la situazione è ancora lontana da una soluzione. “Il Collana – precisa Palmieri – non rientra al momento nelle sedi per le Universiadi del 2019. Certo potrebbe rientrarvi successivamente ma allo stato attuale non ci sono fondi sbloccati per la sua ristrutturazione, così come chiarito dal vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola in un’intervista rilasciata oggi a Il Mattino”.

Dopo l’aggiudicazione del bando, avvenuta nel 2015, l’Ati Collana dal 1 luglio – dopo una serie di ricorsi delle associaizoni escluse, rigettati dal Tar – avrebbe dovuto prendere in gestione la struttura per i primi lavori di manutenzione per poi arrivara al 1 settembre “pronta” per l’inizio della stagione sportiva. “Questo però non è avvenuto perché c’è stato il ricorso del Comune, che non ha ancora abbandonato la struttura, e che si discuterà nel prossimo mese di ottobre. Riguardo i lavori – continua Palmieri – il primo step era quello di rifare il campo di calcio e la pista di atletica, poi nel 2017 ricostruire la palestra”.

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Nelle immagini lo si vede all’esterno della farmacia mentre attende a viso scoperto il momento opportuno per l’irruzione per poi entrare con il volto coperto da una maschera. Con gesti misurati e precisi, punta la pistola alla nuca di una cliente e “ripulisce” le casse della farmacia, poi si fa consegnare da un cliente i soldi che aveva nel portafogli prima di darsi alla fuga senza particolari tentennamenti.

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A segnalare la presenza dell’ordigno rudimentale è stato un cittadino, preoccupato dalla fuoriuscita di fumo. Sul posto è intervenuto la polizia del locale commissariato, diretta dall’ispettore Giorgio Aprile. Solo ‘grazie’ all’inefficienza di chi l’ha piazzata, la bomba rudimentale (carica di viti, chiodi e bulloni) non è esplosa per un difetto di assemblaggio, evitando così possibili vittime innocenti. L’ordigno infatti è stato posizionato nei pressi del cancello elettrico del parco dove risiede Romano, la cui abitazione è in fondo al piccolo viale. La bomba quindi avrebbe provocato danni al cancello e a chi in quel momento si trovava a passare lungo la strada, in questo caso i bambini che aspettavano il richiamo delle madri per salire a cena e qualche malcapitato residente.

Un episodio inquietante che mina ancora una volta la sicurezza dei cittadini di via Grottole che da diversi mesi a questa parte vivono una costante situazione di pericolo. Già nelle scorse settimane si sono verificati diversi episodi allarmanti: dall’incendio di uno scooter, risultato poi rubato, a persone che circolano armate a bordo di auto o moto in attesa di cogliere il momento giusto per realizzare il raid di turno.

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SOLDI E COCAINA NEGLI SLIP – Dalle successive indagini, i poliziotti hanno trovato circa una quartantina di dosi di cocaina e banconote tra gli indumenti intimi della vittima, che negli ultimi tempi svolgeva l’attività di pusher a domicilio.

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