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Berlusconi: “Io come Trump? Ci sono alcune anologie”

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Sicuramente a noi italiana l’elezione di Trump ci ha sconvolti il giusto. Non perchè non siamo stati sorpresi, ma perchè a essere guidati da un imprenditore ricco e di successo ci abbiamo pensato per primi. Le analogie tra Trump e Berlusconi si sprecano, ed è lo stesso ex premier a parlarne a un intervista esculisiva rilasciata al “Corriere delle Sera”. Ecco qualche estratto più interessante:
Berlusconi, perché secondo lei negli Stati Uniti ha vinto Trump?
«Sono convinto che Hillary Clinton abbia pagato il suo essere un elemento di continuità con gli otto anni di Obama e dell’establishment di Washington. Obama ha commesso molti errori, specie in politica internazionale. Dall’incoraggiamento delle cosiddette primavere arabe, all’inefficace contrasto all’integralismo islamico, fino alle controproducenti tensioni con la Russia. Ha indebolito la posizione dell’America e ha reso il mondo un luogo più instabile e pericoloso. Anche sul piano interno non credo che gli americani, soprattutto la classe media, abbiano avuto vantaggi da una politica tendenzialmente statalista».
Il suo amico George W. Bush ha fatto sapere di aver votato scheda bianca alle Presidenziali. Come giudica questa sua scelta?
«Capisco e rispetto le sue ragioni. Ma, conoscendolo, credo che — se servirà e gli sarà richiesto — si metterà ugualmente, con la generosità che gli è propria, a disposizione del suo Paese e del nuovo presidente».
Avrebbe votato come lui?
«Non mi sono pronunciato prima, non intendo farlo ora. E penso che Renzi abbia compiuto un grave errore a schierarsi apertamente a favore di un candidato. Al quale, peraltro, non ha portato fortuna».
Ritiene anche lei, come Bush con il suo voto, che i due candidati non fossero all’altezza dei protagonisti delle precedenti sfide?
«I presidenti si giudicano da quel che fanno. Donald Trump dimostrerà le sue capacità operando per il suo Paese. Questa discussione non ha molto senso. Dimostra solo un provinciale complesso di superiorità verso l’America che la politica italiana non ha titolo per rivendicare. Se non altro perché siamo un Paese nel quale dal 2011, a differenza degli Stati Uniti, il governo non è più scelto dai cittadini. Il nostro è un Paese che negli ultimi vent’anni ha subito cinque autentici, seppure incruenti, colpi di Stato. E che ha eliminato per via giudiziaria il più pericoloso competitor della sinistra».
È calzante il paragone che fanno di Trump con lei?
«Alcune analogie sono evidenti, anche se la mia storia di imprenditore è molto diversa da quella di Trump, che non ho mai avuto occasione di conoscere. È anche lui un imprenditore che a un certo punto della vita ha deciso di dedicare le sue capacità e le sue energie al suo Paese. Ed è stato votato da tutti gli americani stanchi di una politica vecchia, chiusa in se stessa, diventata incapace di ascoltare e capire. Una politica che ha commesso l’errore tipico delle sinistre di tutto il mondo, quello di pensare che il “politicamente corretto” sia il modo di stare vicino ai bisogni della gente. Senza comprendere che i veri deboli sono i cittadini vessati dallo Stato, dalle tasse, dalla burocrazia, dall’immigrazione incontrollata, dalla disoccupazione, dal pericolo terrorista. Questo in America, come in Italia e in Europa. Gli americani hanno scelto Trump, ora lasciamolo lavorare. I giudizi anticipati hanno poco senso».
Considera Trump, invece della Clinton, il presidente ideale per ristabilire un rapporto di collaborazione con la Russia di Putin?
«Trump ha compreso una cosa fondamentale: la Federazione Russa dev’essere considerata un Paese dell’Occidente a pieno titolo. Possono esistere singoli punti di dissenso, ma vanno risolti in un’ottica di collaborazione e amicizia. Abbiamo bisogno della Russia per affrontare — insieme — i problemi drammatici sullo scacchiere internazionale: dall’estremismo islamico all’ondata migratoria. Il presidente Putin finora si è dimostrato capace di affrontare le emergenze del nostro tempo prima e meglio di altri leader internazionali».

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epa05629749 People evacuated from buildings along Dixon Street, Wellington after an earthquake based around Cheviot in the South island shock the capital, New Zealand, early 14 November 2016. According to reports, a 7.4. earthqauke has hit New Zealand overnight, triggering a tsunami warning for the east coast of the country.  EPA/ROSS SETFORD