“Un golpe, e un golpe militare per di più, è qualcosa che suscita sempre infinite perplessità, soprattutto in merito all’effettivo rispetto della volontà popolare. E tutti ci auguriamo che quanto prima venga ristabilito l’ordine naturale delle cose; che torni la pace e che la sicurezza venga garantita a tutti, a tutela del benessere generale. Ma il recente golpe in Turchia pone domande molto piu’ profonde su aspetti sostanziali della democrazia e non solo su quella operazione di maquillage che a volte circonda governi in cui di democratico non c’e’ proprio nulla. In Turchia, almeno fino ad oggi, molti, troppi diritti umani non sono affatto rispettati: la liberta’ di stampa, la liberta’ di culto, la liberta’ d’impresa; i curdi sono tenuti con mano pesante in un clima oppressivo che vanifica il rispetto delle minoranze, principio primo, sostanziale di ogni democrazia. Il dissenso e’ proibito con tutti mezzi possibili: carcere, tortura, pena di morte…”. Lo afferma la deputata Paola Binetti di Area Popolare. “Eppure tutti i governi occidentali si sono schierati dalla parte di Erdogan, riconoscendo in lui il presidente eletto in un sistema, almeno formalmente, democratico. L’Europa gli e’ grata di aver posto un argine ai flussi immigratori dalla Siria, ma nessuno intende andare a verificare cosa accade in quei campi profughi; in che modo le persone sono rimandate a casa e come e perche’ scappano di li’, raccontando di condizioni infra-umane. Anche questo sembra essere la democrazia, almeno apparentemente, e non a caso sussistono tante perplessita’ rispetto all’ingresso della Turchia nella UE. Un Paese in cui – prosegue Binetti – la punizione promessa per il fallito golpe ha gia’ fatto centinaia di morti e ha promesso di farne altrettanti a breve. Un approccio freddo e calcolatore, che non ha speso neppure una parola per cercare di capire le ragioni degli altri e farsene carico, come risposta di democrazia autentica davanti ad un malessere cosi’ esteso”