Europa sì o europa no. E’ oggi il giorno decisivo per i cittadini britannici chiamati a rispondere al referendum sulla Brexit. I seggi saranno aperti dalle 8 alle 23 (ora locale) e, anche se non sono previsti exit-poll ufficiali si parte dagli ultimi sondaggi che danno il fronte del “remain” in lieve vantaggio (51% a 49%) sul quello del “leave”.
A spingere dalla parte dei conservatori sono state, probabilmente, le dichiarazioni del presidente della Commissione Europea Jean-Calude Junker che ha lanciato ieri un vero e proprio monito che è risuonato come minaccia per gli euroscettici: “Voglio dire agli elettori britannici – ha detto il numero uno dell’Unione Europea – che non ci sarà nessun altro tipo di negoziato: chi è fuori è fuori”.
Un intervento a poche ore dal voto, per spostare l’ago della bilancia influenzando i cittadini più timorosi e, al contempo, tranquillizzare i mercati, estremamente volatili vista l’incertezza sul risultato della consultazione.
I leader delle istituzioni europee hanno già convocato un vertice ristretto per venerdì mattina a Bruxelles, per accogliere uniti la decisione della popolazione e valutare eventuali interventi che saranno comunicati, con grande probabilità, lunedì mattina a Bruxelles, dove è stata convocata una riunione straordinaria della Commissione.
Tra gli appelli dell’ultim’ora è stato registrato anche quello del premier italiano Matteo Renzi che ha voluto parlare ai cittadini del Regno Unito attraverso le pagine del prestigioso quotidiano Guardian: “Visto dall’Italia – ha detto il presidente del Consiglio – un voto per lasciare l’Europa non sarebbe un disastro, una tragedia o la fine del mondo per voi nel Regno unito. Sarebbe peggio, perché sarebbe la scelta sbagliata. Sarebbe un errore del quale innanzitutto voi elettori paghereste il prezzo. Perché chi vuole davvero una Gran Bretagna piccola e isolata?”.