Forte pressing dell’Unione Europea sulla Gran Bretagna dopo il referendum favorevole alla Brexit. Jean-Claude Juncker, il presidente lussemburghese della Commissione Ue, ha sottolineato durante il consiglio tenutosi questa mattina la necessità di un “chiarimento” britannico, avvertendo i suoi leader che “commissione continuerà sulla sua strada”. Inoltre è stato precisato che non vi saranno colloqui informali prima della formalizzazione del risultato del voto popolare con la richiesta di uscita.
Una linea su cui concorda la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Nessun o senza richiesta uscita”. “L'ora è grave" - ha detto Juncker ai parlamentari europei – ma io sono allergico alle incertezze e vorrei che la Gran Bretagna rispettasse la volontà del popolo britannico senza nascondersi dietro giochi a porte chiuse. Sono sorpreso di vedere che io, proprio io che in Gran Bretagna vengo dipinto come tecnocrate, eurocrate e robot, voglio trarre le conseguenze del voto. E loro no?".
Il Parlamento ha quindi chiesto una implementazione rapida e coerente della procedura di revoca dell'appartenenza della Gran Bretagna alla Ue in conseguenza della decisione del popolo britannico nel referendum. La plenaria straordinaria ha approvato la risoluzione bipartisan a larghissima maggioranza con 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti. Il Movimento 5 Stelle ha votato contro la risoluzione insieme al leader dell’Ukip inglese Nigel Farage. Juncker è stato protagonista di un siparietto con il leader degli euroscettici britannici Nigel Farage il quale ha annunciato che non si dimetterà dall'Europarlamento finché non sarà "completato il lavoro" dopo la Brexit.