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Cronaca

Cade sul tram, ora l’Atm dovrà risarcirla

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Cade sul tram e l’Atm dovrà risarcirla. Una donna di 80 anni infatti, a seguito di una brutta caduta avvenuta sul tram della linea 9 a Milano il 17 maggio di sei anni fa, nel 2010, dovrà essere risarcita per danni, morali e fisici dall’azienda Atm. A causa di una brusca frenata del conducente, la donna, difesa dall’avvocato e presidente del Codacons Marco Maria Donzelli, era stata sbalzata via dal suo posto a sedere e aveva urtato con la testa e il corpo un corrimano metallico. I medici dell’ospedale San Paolo di Milano quel giorno le avevano diagnosticato un “trauma discorsivo rachide cervicale con 7 giorni di prognosi”. Due mesi dopo si era rivolta a uno specialista che le aveva prescritto dieci sedute di terapia per il trauma subito alla “rachide cervicale” e dieci sedute di “rieducazione posturale globale”. In seguito le erano state diagnosticate, sempre da medici specialisti, una “sindrome vertiginosa” e persino una “depressione post traumatica” e un “disequilibrio con componente funzionale importante”.

La decisione è stata presa in base all’articolo 1681 del Codice civile, secondo il quale il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio, se non trova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. “Nel caso di specie – spiega il Codacons – la brusca frenata da parte del conducente ha provocato gravi danni alla passeggera, oltre a una depressione post traumatica”. La donna, sottolineano dall’associazione dei consumatori “al rifiuto di Atm di risarcire – ricostruisce l’associazione di consumatori – è stata costretta a fare causa, è dopo un lungo procedimento Atm è stata condannata a risarcire il danno patito”.

Curiosità
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L’azienda di trasporti, è intervenuta con una nota per precisare che “Atm in caso di incidente risarcisce sempre i passeggeri che si infortunano sui suoi mezzi, purché ne sussistano le condizioni. Nel caso specifico, però la passeggera ha inizialmente chiesto una somma di 30mila euro, sproporzionata secondo le perizie rispetto alle effettive conseguenze del fatto. In sede giudiziale tale somma è stata ridotta a 9.500 euroo, sul presupposto di un danno biologico del 5%; la decisione del tribunale ha ridotto ulteriormente la somma a 6.875 euro (per un totale di circa 8mila euro con gli interessi) a seguito di una consulenza tecnica che ha ridotto il danno dal 5% preteso all’1,5% accertato. Bene ha fatto dunque Atm – si legge ancora – a resistere alle infondate ed esagerate pretese economiche avanzate dalla controparte. Giova sottolineare che se, a seguito del fatto, la passeggera avesse richiesto il risarcimento in misura adeguata, lo avrebbe ottenuto fin da subito senza andare in causa”.

 

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