Una canzone dedicata al figlio durante il periodo di latitanza. E' il retroscena che emerge dalle indagini sulla cattura di Umberto Accurso, 23 anni, boss della Vanella Grassi, clan attivo nelle zone a nord di Napoli, arrestato mercoledì scorso, 11 maggio, dopo due anni di latitanza. Nel 2015 Accurso avrebbe scritto il testo di "'A libertà" interpretata dal neomelodico Anthony, all'anagrafe Antonio Ilardo, che, è bene precisarlo, risulta non indagato. Una brano in dialetto napoletano che racconta la vita di un uomo dal destino segnato per la "famiglia", che per gli investigatori è il clan in questione, lontano dalla vera famiglia e dai suoi figli che "non posso mai abbracciare". Accurso, secondo gli investigatori, è il mandante del raid contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano avvenuto lo scorso 20 aprile. In quella occasione quatto uomini a bordo di due
scooter esplosero oltre 25 colpi di kalashnikov. Secondo il quotidiano Metropolis quella notte insieme ai suoi sodali era presente lo stesso Accurso. Alla base dell’azione dimostrativa ci sarebbe stata la scelta del Tribunale dei Minori di Napoli di sottrarre alla moglie del latitante l’affidamento dei due figli.
"Quella canzone - precisa il neomelodico Anthony a Il Mattino - l'ho scritta io con Gianluigi, un mio collega che ha avuto una breve parentesi in carcere e quando è uscito mi ha proposto il te sto dedicato al figlio. Insieme lo abbiamo rivisto e completato ed è nata questa canzone, che è un singolo e non è in alcun mio disco. Non ho mai avuto rapporti con la malavita, non scrivo canzoni per iclan, non conosco Accurso. Può capitarmi di cantare anche per gente che fa certe cose, ma io sono un artista e faccio sempre e solo il mio lavoro".