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Cronaca

Carla Caiazzo, bruciata dall’ex: «Dirò a mia figlia che è stato il papà»

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«Dirò a mia figlia che è stato il papà». Carla Caiazzo, la donna di 38 anni bruciata dall'ex, ha raccontato la sua storia in una lunga intervista a Il Mattino. “Il fuoco appiccato dal suo ex compagno in un impeto di rabbia ha offeso la parte superiore del suo corpo - si legge su ilmattino.it - ma non ha tolto nulla ai lineamenti delicati del volto, alla larghezza del sorriso, alla luce degli occhi”. Così ilmattino.it racconta la storia della donna che dopo aver trascorso qualche giorno in famiglia a Pozzuoli è tornata al Cardarelli, reparto grandi ustionati e chirurgia plastica ricostruttiva diretto dal professore Roberto D’Alessio. «Ho ancora qualche piccolo intervento da fare». Poi Carla racconta la sua storia e di Giulia, la figlia (anche di Paolo Pietropaolo, colui che l'ha ridotta in questo stato) nata mentre strappavano lei alla morte: ««Era il primo febbraio quando è nata. Giulia è a casa, sta bene, e cresce una meraviglia. Quando ho potuto vederla la prima volta? Me l’hanno portata in ospedale nel giorno della festa della mamma, l’8 maggio». La relazione col suo ex era finita mentre lei era incinta e in quel periodo lei aveva un’altra storia: «Non era una storia, soltanto una parentesi sentimentale. Questa bambina la volevo con Paolo. La volevamo insieme. Con lui è finita perché doveva finire, non si poteva più andare avanti. Probabilmente avevo desiderato questa bambina nella speranza di recuperare il nostro rapporto, ma non ci sono riuscita. Io e Paolo ci conoscevamo da piccoli, io avevo dodici anni e lui quattordici, una vita insieme. Gli sono sempre stata accanto, anche quando lui ha avuto momenti di grande difficoltà personale. Non era mai stato violento prima. Era diventato molto aggressivo, questo sì, ma soltanto a parole. Non accettava il fatto che volessi lasciarlo. Mi diceva: ti farò provare tutte le sofferenze che sto provando io. Se immaginavo come sarebbe andata a finire? Assolutamente no. Forse ho sottovalutato la situazione, non ho colto segnali d’allarme che avrei dovuto cogliere».