Cucina – retenews24 – news on line http://retenews24.it le informazioni della tua città Sat, 13 Oct 2018 12:24:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.8 /wp-content/uploads/2018/01/ms-icon-310x310-png-250x250. Cucina – retenews24 – news on line http://retenews24.it 32 32 ALLERTA TONNO IN SCATOLA: LA LISTA NERA, CONTROLLA QUALE MANGI 👇 /allerta-tonno-in-scatola-la-lista-nera-controlla-quale-mangi-%f0%9f%91%87-uid-76/ Fri, 17 Aug 2018 11:20:24 +0000 /?p=422786 ALLERTA TONNO IN SCATOLA: LA LISTA NERA, CONTROLLA QUALE MANGI 👇 Tra le prime cose da controllare quando si acquista un tonno in scatoletta è l’assenza di additivi ed esaltatori di sapidità, sostanze che migliorano sì il sapore del prodotto, ma ne presentano un prodotto di scarsa qualità o pessima qualità; altro controllo è quello […]

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ALLERTA TONNO IN SCATOLA: LA LISTA NERA, CONTROLLA QUALE MANGI 👇

Tra le prime cose da controllare quando si acquista un tonno in scatoletta è l’assenza di additivi ed esaltatori di sapidità, sostanze che migliorano sì il sapore del prodotto, ma ne presentano un prodotto di scarsa qualità o pessima qualità; altro controllo è quello dell’olio utilizzato, il migliore è quello d’oliva extravergine, ma vi sono anche tonni in scatola al naturale, quindi privi di olio, dove il sapore verrà mantenuto più vicino a quello semplice e genuino. L’indagine di Greenpeace mette sotto al microscopio 14 aziende che, insieme, coprono l’80% del mercato nazionale di tonno in scatola, è atta a far emergere per ognuna, le modalità di pesca, conservazione e distribuzione del prodotto, tracciando così una mappatura del settore, creando una sorta di pagella che va dal peggiore al miglior prodotto in vendita nel nostro paese.

LA LISTA
14° posto – Tonno Maruzzella: voto 1.3 – E’ il tonno maggiormente venduto nel nostro paese, eppure, è l’ultimo di questa classifica. Secondo le verifiche dell’indagine condotta da Greenpeace infatti, il tonno Maruzzella, prodotto dall’azienda Igino Mazzola, non mette in atto politiche di a garanzia della sostenibilità del prodotto.
Pur avendo pubblicato sul sito aziendale una politica sulla pesca sostenibile, all’atto pratico non viene garantito in concreto che i metodi di pesca utilizzati non contribuiscano a distruggere l’ecosistema o peggio, non vengano messi in pratica metodi di pesca considerati illegali, come ad esempio l’uso di palamiti o reti a circuizione che provocano la pesca accessoria di piccoli squali o tonni giovani. Oltre ciò, non esistono criteri di garanzia anche per ciò che riguarda la scelta delle tipologie di tonno, cosa che fa sospettare l’impiego di tonno obeso o a pinna gialla che sono considerate specie vulnerabili. Poco chiare anche le pratiche relative all’acquisto dei tonni che potrebbero essere acquistati da pescherecci che praticano pesca illegale.
13° posto – Tonno Conad: voto 1.3 – Contrariamente a una precedente indagine simile, l’azienda stavolta ha deciso di fornire le documentazioni richieste per effettuare le dovute verifiche. Ad ogni modo, nessuna politica di sostenibilità è stata decisa e messa in atto dalla Conad e non è chiaro il tipo di pesca messo in atto, e neppure è possibile risalire al prodotto che finisce in scatola: nessuna tracciabilità viene infatti garantita.
Per ciò che riguarda i metodi di pesca, l’azienda conferma – solo a parole – di utilizzare reti a circuizione, ma non conferma di non utilizzare FAD (sistemi di aggregazione per i pesci) o pesca con palamiti, una sorta di lenza di grosso calibro cui vengono applicati ami a distanza regolare: questo metodo di pesca causa un grave impatto sull’ambiente marino. Nessun impegno scritto sulla volontà di porre rimedio alla sostenibilità e anche, all’etichettatura del prodotto che, ancora oggi, presenta un nome generico e non quello scientifico: l’azienda ha promesso di cambiare le etichette entro la fine del 2015.
12° posto – Tonno Mare Aperto – Star: voto 1.3 – prodotto in collaborazione con la spagnola Jealsa Rianxeira, il tonno Star Mare Aperto, fra i più diffusi nel nostro paese, quest’anno ha deciso di pubblicare una politica aziendale rivolta alla sostenibilità. Malgrado ciò però, nessuna garanzia viene confermata sulla scelta dei tonni, sui metodi di pesca e sulle politiche attuate per non creare danni all’ecosistema marino.
11° posto – Tonno Nostromo – voto: 1.4: dopo il tonno Riomare, il Nostromo è il più venduto in Italia e fa parte del Gruppo Calvode, azienda conserviera spagnola fra le più grandi e importanti al mondo.
Nonostante ciò, l’indagine condotta da Greenpeace lo pone solo al quarto posto. I metodi di pesca non sono trasparenti e le politiche di sostenibilità sui metodi di pesca non sono esattamente descritti, anche se la Calvo promette di realizzare una politica aziendale atta a garantire la sostenibilità di tutti i processi di produzione del prodotto finale, dai sistemi di pesca all’inscatolamento.

10° posto – Tonno Auchan – voto: 2.1: chi non conosce il gruppo Auchan? La catena di distribuzione, gestisce da due anni la vendita dei tonni in scatola a marchio Auchan, Conad e SMA. Nessuna politica di sostenibilità è stata ancora presa in considerazione e sono poco chiari tutti i passaggi produttivi, compresi quelli relativi la tipologia di tonno che viene conservato in scatola.
9° posto – Tonno Carrefour – voto: 2.1: altra catena di distribuzione presente su tutto il territorio nazionale, commercializza un tonno a marchio proprio. Purtroppo però, l’azienda non mette in atto criteri di sostenibilità troppo chiari, anche se, nelle politiche aziendali, parla di pesca responsabile, ma in maniera troppo generica. Come nei casi precedenti, non è possibile comprendere il tipo di pesca adottato e nemmeno le specie utilizzate per essere conservate in scatola.
8° posto – Tonno Consorcio – voto 2.4: commercializzato dalla Icat Food, insieme ad altri marchi quali ad esempio il tonno Angelo Parodi, l’azienda ha – per la prima volta quest’anno – pubblicato una politica aziendale sulla sostenibilità alimentare, chiedendo anche a Consorcio e ai vari fornitori di fare lo stesso. Malgrado ciò, nulla di concreto all’orizzonte.
Poco chiari i metodi di pesca e la tipologia di tonno utilizzato. Un miglioramento si è registrato nell’etichettatura, che ora presenta sia l’area di pesca che il nome scientifico, ma nessuna indicazione sul metodo in cui viene pescato il tonno.
7° posto – Tonno San Cusumano e Tonno Auriga – 3.2: entrambi prodotti dalla Nino Castiglione che, pur non essendo particolarmente conosciuta nel nostro paese, fornisce tonno in scatola alle più importanti catene di supermercati nazionali. L’azienda aveva iniziato un percorso di politica aziendale relativo alla sostenibilità, tracciandone le linee guida, ma sembra essersi arenata.
La tracciabilità è a buon punto, ma ancora oggi i metodi di pesca utilizzati non garantiscono un minor impatto negativo sull’ambiente marino. Stesso discorso sulla trasparenza relativa ai tonni utilizzati e le politiche di promozione per la creazione di riserve marine. L’etichettatura è ancora generica. L’azienda ha promesso di immettere in etichetta il nome scientifico e le zone di pesca.
6° posto – Tonno Callipo – voto 3.7: pur avendo circa due anni fa scritto e pubblicato sul proprio sito una politica aziendale rivolta alla sostenibilità, all’atto pratico l’azienda non fornisce una documentazione atta a garantire che queste politiche vengano realmente attuate dai vari fornitori. Sono diversi gli impegni che sono stati presi, almeno per iscritto, come la creazione di riserve marine e la lotta alla pesca illegale. Si attende che le promesse scritte si tramutino in fatti concreti. Ma è già qualcosa.
5° posto – Tonno Esselunga – voto 3.8: anche la Esselunga, una delle più importanti catene di supermercati italiani, ha preso impegni scritti sulla sostenibilità alimentare del proprio tonno in scatola, circa due anni fa, chiedendo ai propri fornitori di attenervisi. Attualmente l’azienda dichiara di non utilizzare tonni pescati con palamiti e in aree di sovra sfruttamento, ma è necessario un impegno maggiore per ciò che riguarda altri metodi illegali di pesca e anche, la garanzia di non utilizzare più tonni a pinna gialla, seriamente minacciati dalla pesca indiscriminata.
4° posto – Tonno Coop – voto 4.3: la Coop garantisce, attraverso una politica aziendale scritta, un approvvigionamento ecosostenibile del tonno conservato in scatola, eppure, Greenpeace attraverso questa indagine, ritiene che l’azienda leader nel settore della grande distribuzione, debba fare qualche passo in più, in special modo per ciò che riguarda le politiche di salvaguardia dell’ecosistema.

3° posto – Tonno Rio Mare – voto 4.8: prodotto dalla Bolton Alimentare, l’azienda detiene ben il 40% del mercato del tonno in scatola. Malgrado ciò, pur avendo pubblicato politiche aziendali orientate alla sostenibilità, l’azienda è ancora in ritardo nella messa in atto di tali politiche. Solo a partire dal 2017, infatti, il tonno utilizzato per l’inscatolamento sarà pescato con tutti i criteri di sostenibilità. Più volte negli anni l’azienda ha propagandato di voler utilizzare solo “altre metodologie di pesca future”, senza però chiarire quali siano queste metodologie.

2° posto – Tonno Mareblu – voto 5.8: commercializzato dalla Marine World Brand, multinazionale e leader sul mercato europeo, Mareblu ha adottato da tempo precise politiche aziendali dedicate alla sostenibilità, oltre ad aver preso l’impegno – entro il 2016 – di utilizzare in maniera esclusiva, tonni pescati con metodi sostenibili. Le materie prime provengono al 100% da pesca a canna e reti a circuizione, ma senza aggreganti.

1° posto – Tonno Asdomar – voto 6.1: primo in classifica, questo tonno – prodotto dalla Generale Conserva – ha scelto di adottare e mettere in pratica politiche si sostenibilità e anche la massima trasparenza nei confronti dei propri consumatori. Il tonno, pescato quasi esclusivamente con metodi selettivi, che riducono l’impatto negativo sull’ecosistema marino, in alcuni casi è però del tipo a pinna gialla. L’azienda è impegnata nella realizzazione di riserve marine ed è impegnata fortemente nella lotta all’acquisto di tonni da pescherecci che utilizzano metodi illegali. L’etichettatura rientra pienamente nei canoni della trasparenza: sono indicati nome comune e nome scientifico dei tonni utilizzati, l’area FAO di origine, l’oceano e il metodo di pesca. Approvato, al 100%.

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Il colore dell’acqua della pasta rivela se c’è amido resistente /il-colore-dellacqua-della-pasta-rivela-se-ce-amido-resistente-uid-55/ Sat, 30 Jun 2018 16:56:40 +0000 /?p=417486 IL COLORE dell’ACQUA di COTTURA della PASTA Osservate il colore dell’acqua dopo la cottura della pastasciutta. Se il colore è bianco vuol dire che nella pasta c’è amido vivo, ciò sta ad indicare che non si è avuta la trasformazione chimica in amido resistente, segno che la pasta non ha avuto una esposizione a temperature […]

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IL COLORE dell’ACQUA di COTTURA della PASTA Osservate il colore dell’acqua dopo la cottura della pastasciutta. Se il colore è bianco vuol dire che nella pasta c’è amido vivo, ciò sta ad indicare che non si è avuta la trasformazione chimica in amido resistente, segno che la pasta non ha avuto una esposizione a temperature elevate durante la sua essiccazione. L’ esposizione alla essiccazione della pasta a temperature superiori a 80 gradi centigradi per alcune ore, può causare la formazione di furosina, molecola aggressiva verso la parete intestinale. Se l’acqua non resta bianca dopo la sua cottura vuol dire che nella pasta c’è amido resistente (possibile prova indiretta della presenza di furosina). L’amido resistente e’ così detto perché “resiste” alla digestione degli enzimi pancreatici ed intestinali a livello dell’intestino tenue. Questo amido resistente non digerito nel tenue arriva al colon dove e’ mangiato dal microbiota con il risultato di avere un netto ed evidente meteorismo (gas intestinali sviluppatesi per fermentazione ottenuta dai batteri intestinali). Occorre conoscere il cibo che entra dentro di noi, ogni giorno. Fino a quando si guarderà solo le Calorie, non si avrà una seria conoscenza sulla QUALITÀ della nostra alimentazione giornaliera. Le molecole contenute negli alimenti costruiscono giorno dopo giorno il nostro organismo e condizionano la nostra salute. Conoscere per essere consapevoli nella scelta degli alimenti.
Avete mai fatto caso a quanto scritto sopra?

fonte: prof Pierluigi Rossi

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Filetti di trota salmonata: ecco la ricetta /filetti-trota-salmonata-uid-76/ Wed, 13 Jun 2018 09:50:38 +0000 /?p=415223 I filetti di trota salmonata al forno sono una secondo piatto di pesce gustoso e leggero, da preparare in poco tempo. I filetti di trota salmonata sono stati aromatizzati con un trito di erbe aromatiche, aglio e scorza di limone, a cui è stato aggiunto il pangrattato, così da realizzare una deliziosa gratinatura. Basterà poi […]

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I filetti di trota salmonata al forno sono una secondo piatto di pesce gustoso e leggero, da preparare in poco tempo. I filetti di trota salmonata sono stati aromatizzati con un trito di erbe aromatiche, aglio e scorza di limone, a cui è stato aggiunto il pangrattato, così da realizzare una deliziosa gratinatura. Basterà poi cuocere i filetti di trota salmonata nel forno ben caldo per pochi minuti e avrete pronto un secondo piatto davvero irresistibile, da accompagnare con un’insalata mista, pomodori o patate.

Preparate i filetti su un piano da lavoro: tastateli con le dita per trovare eventuali spine, ed eliminatele con l’apposita pinzetta. Ora lavateli e asciugateli con carta assorbente da cucina e disponeteli su una teglia rivestita con carta forno. Preparate ora il mix per aromatizzare i vostri filetti di trota salmonata: in una ciotola inserite qualche foglia tritata di salvia, basilico, timo, prezzemolo ed erba cipollina. Aggiungete la scorza di limone grattugiata e l’aglio spellato e schiacciato. Al mix aromatico aggiungete il pangrattato e il parmigiano. Salate e pepate i filetti di trota, disponete il composto aromatico su ogni filetto premendo con le mani per farlo aderire. Aggiungete l’olio extravergine d’oliva e cuocete in forno già caldo a 180° per 8-10 minuti o fino a doratura. I vostri filetti di trota salmonata al forno sono pronti per essere serviti.

Quando adagiate i filetti di trota sulla teglia, la parte della pelle dovrà essere sempre rivolta verso il basso.

Se non amate i sapori particolarmente aromatici potete preparare la trota al forno con pomodorini: vi basterà lavare i filetti, asciugarli e disporli sulla teglia o all’interno di una pirofila leggermente unta con olio. Aggiungete sale, pepe, prezzemolo e aglio tritati e distribuite intorno ai filetti i pomodorini tagliati a metà. Condite con un filo d’olio e cuocete in forno a 180° per circa 20 minuti. Chi preferisce potrà irrorare il pesce con il succo di 1/2 limone e con 1/2 bicchiere di vino, prima della cottura.

Per preparare un piatto completo, potete optare per i filetti di trota salmonata al forno con patate. Tagliate le patate a fettine sottili e adagiatele sui filetti. Aggiungete prezzemolo tritato e sale. Cuocete in forno al cartoccio, avvolgendo i filetti nella carta forno, e cuocete a 170° per 15 minuti. Aprite poi il cartoccio e proseguite la cottura per altri 10 minuti.

Gli Ingredienti

FILETTI DI TROTA SALMONATA 4
ERBE AROMATICHE MISTE 2 cucchiai
LIMONE 1
OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA 4-5 cucchiai
PANGRATTATO 4 cucchiai
AGLIO 1 spicchio
SALE MARINO q.b.
PEPE NERO q.b.
PARMIGIANO GRATTUGIATO 1 cucchiaio

 

Fonte: FanPage

 

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SE IL VINO SA DI TAPPO È POSSIBILE AVERE IL RIMBORSO, ECCO COME FARE /se-il-vino-sa-di-tappo-e-possibile-avere-il-rimborso-ecco-come-fare-uid-76/ Thu, 07 Jun 2018 09:25:41 +0000 /?p=414457 SE IL VINO SA DI TAPPO È POSSIBILE AVERE IL RIMBORSO, ECCO COME FARE. In linea di massima, per capire se il vino che avete acquistato avrà un sapore sgradevole o meno. Può capitare, d’altronde, che per un processo chimico (non voluto o previsto dai produttori) il sapore del vino sia leggermente alterato. Se capita anche a voi, […]

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SE IL VINO SA DI TAPPO È POSSIBILE AVERE IL RIMBORSO, ECCO COME FARE. In linea di massima, per capire se il vino che avete acquistato avrà un sapore sgradevole o meno. Può capitare, d’altronde, che per un processo chimico (non voluto o previsto dai produttori) il sapore del vino sia leggermente alterato. Se capita anche a voi, sappiate che è possibile rimediare al deludente acquisto senza rassegnarsi. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l’alterazione del sapore del vino dovuta ai tappi in sughero è dovuta ad un fungo, l’Armillaria Mellea, che è naturalmente presente nel legno della quercia, da cui si ricavano i tappi delle bottiglie. A concorrere a questo fenomeno possono esserci però altri funghi, tipici delle cantine, come l’Aspergillus, il Penicillium o il Mucor. L’odore di tappo che ne deriva ha un nome ben preciso: tricloroaniloso (TCA). Non è un fenomeno comune, ma neanche troppo raro: si stima che, all’incirca, il 5% delle bottiglie di vino prodotte siano affette da questa alterazione. Se avete acquistato un vino che sa di tappo, potete pretendere un rimborsopresso il punto vendita, anche se sarebbe bene conservare sempre lo scontrino prima di presentare eventuali reclami. I rivenditori, infatti, sono tenuti per legge a rimborsare i prodotti la cui qualità non corrisponde alle aspettative: lo stabilisce il Codice del consumo. Ci sono però delle tempistiche molto rigide: la scoperta dovrebbe avvenire entro due anni dall’acquisto e il reclamo va presentato ufficialmente entro 60 giorni. I produttori e i rivenditori sono tenuti a rimborsare l’acquisto

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Divieto patti e bicchieri di plastica: ecco da quando non potranno più essere usati /divieto-patti-e-bicchieri-di-plastica-ecco-da-quando-non-potranno-piu-essere-usati-uid-76/ Wed, 30 May 2018 12:05:29 +0000 /?p=413413 Dimenticate cene veloci in piatti e bicchieri di plastica: l’Europa dice addio alla plastica usa e getta. Quasi a dire che il sogno di un’Europa libera dai rifiuti plastici sia possibile. Stando alle ultimissime sembrerebbe infatti che  la Commissione Europea avrebbe reso note le nuove norme comunitarie per ridurre i rifiuti marini. Dopo aver messo […]

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Dimenticate cene veloci in piatti e bicchieri di plastica: l’Europa dice addio alla plastica usa e getta. Quasi a dire che il sogno di un’Europa libera dai rifiuti plastici sia possibile. Stando alle ultimissime sembrerebbe infatti che  la Commissione Europea avrebbe reso note le nuove norme comunitarie per ridurre i rifiuti marini. Dopo aver messo al bando i sacchetti di plastica nel 2015, adesso l’Europa sta cercando di portare avanti una strategia formata dal pacchetto sull’economia circolarem recentemente approvato definitivamente da Consiglio e Parlamento e dalla proposta di una tassa sulla plastica. Grazie alla nuova direttiva proposta, si eviterebbe l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, danni ambientali pari a 22 miliardi di euro entro il 2030 e si produrrà un risparmio per i consumatori di 6,5 miliardi di euro.

Ecco solo alcune delle nuove regole che andranno in vigore dal prossimo anno:

1) Divieto di commercializzare alcuni prodotti di plastica

In presenza di alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, i prodotti di plastica monouso saranno esclusi dal mercato. Saranno banditi: cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. Tutti questi prodotti dovranno essere fabbricati solo con materiali sostenibili. I contenitori per bevande monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore;

2) Riduzione del consumo

Prevenire è sempre meglio. Per questo gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica fissando obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi e impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente.

3) Obblighi per i produttori

I produttori dovranno in parte coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti e quelli delle misure di sensibilizzazione per i seguenti prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio, per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (come i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Sono previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti;

Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato:

“Questa Commissione ha promesso di agire in grandi gruppi e lasciare il resto agli Stati membri. È innegabile che i rifiuti di plastica siano più efficaci nell’aria che respiriamo, nel suolo, negli oceani e sulle nostre tavole. Le proposte odierne ridurranno, con una serie di misure, i prodotti di plastica monouso che ora risultano sugli scaffali dei supermercati. Alcuni di essi saranno messi al bando, ma ciò non significa che dovremo rinunciarvi, perché saranno sostituiti da un’alternativa più pulita”.

Non è ancora detta l’ultima parola. Le proposte della Commissione Ue per mettere al bando la plastica dovranno ora passare per il Parlamento e il Consiglio d’Europa.

 

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Vinitaly: la riscossa dei vitigni autoctoni e dei vini green: i più apprezzati dagli italiani… /vinitaly-food-italy-uid-68/ Wed, 18 Apr 2018 09:14:43 +0000 /?p=410794 di Maria Consiglia Izzo – Foto: Luca Andolfi Vino da guardare, odorare, assaporare, godere. Il “sorso” è un’esperienza, non solo per chi di vino se ne intende, ma anche e soprattutto per chi vuole saperne di più attraverso la sua degustazione. Così il “Nettare degli Dei” entra a pieno titolo nelle preferenze quotidiane degli italiani, che […]

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di Maria Consiglia Izzo – Foto: Luca Andolfi
Vino da guardare, odorare, assaporare, godere. Il “sorso” è un’esperienza, non solo per chi di vino se ne intende, ma anche e soprattutto per chi vuole saperne di più attraverso la sua degustazione. Così il “Nettare degli Dei” entra a pieno titolo nelle preferenze quotidiane degli italiani, che sempre di più lo scelgono per accompagnare i pasti o durante gli aperitivi.
Vini bianchi fermi, vini a denominazione d’origine, vini regionali, spumanti secchi: questi i favoriti. Dati confermati anche nell’ultima edizione del Vinitaly, il salone del vino e dei distillati conclusosi oggi a Verona.
Ovviamente l’uso quotidiano è più easy: gli italiani optano per vini versatili di più semplice abbinamento.  Vini come la Falanghina (ottime per un aperitivo oppure su antipasti a base di pesce e/o verdure quella spumantizzata, “Flaegreo”, di Cantine Federiciane, oppure la “Brezza Flegrea” di Cantine del Mare), oppure l’Aglianico (Ciro Picariello, vignaiolo in Summonte, produce il vino “Zi Filicella”, un Irpinia Aglianico DOC che si abbina bene a primi piatti con sughi di carne o funghi o melanzane, oppure a formaggi abbastanza stagionati), o – un altro grande vitigno della Campania – il Pallagrello Bianco (quello di Antropoli, stimato chirurgo con la passione per il vino, è dotato di un equilibrio tale che lo rende abbinabile a tutte le pietanze primaverili a base di verdure, legumi, oppure ai formaggi freschi), o il Caprettone, vitigno autoctono campano che da poco è tornato in auge (veniva purtroppo confuso con il Coda di Volpe) grazie a Massimo Setaro che con quest’uva realizza sia vini fermi che spumantizzati (abbinabili a piatti di mare più strutturati, carni bianche e minestre).
ll lato green è sempre più influente nella scelta del consumatore che premia il vino ambientalmente sostenibile (bio, biodinamico, naturale). Non a caso il VIVIT, il salone specializzato dei vini naturali, e l’enoteca VinitalyBio hanno riscosso notevole apprezzamento da parte delle migliaia di persone che hanno affollato i padiglioni del polo fieristico veronese in questi giorni. Sul fronte  green la Franciacorta è tra i territori più attivi:  circa il 70% dei vigneti è bio e il consorzio della DOCG ambisce a diventare il primo distretto biologico d’Italia. Tuttavia anche i produttori campani si difendono bene: molto apprezzato il Vetere (Paestum IGP rosato) prodotto dall’azienda agricola cilentana San Salvatore, un Aglianico 100% che difficilmente stona con una pietanza, a meno che non sia troppo complessa; nel vesuviano Sorrentino Vini produce il Piedirosso biologico “7 moggi”, un vino equilibrato, morbido e fruttato, il cui aroma dolce lo rende abbinabile a diverse pietanze come formaggi, pizza, pasta condita con sughi rossi e pesce azzurro.
E a proposito di vini green, ecco le diverse definizioni che caratterizzano questo comparto:
BIODINAMICO: un vino prodotto secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica come definiti da Rudolf Steiner (1861 – 1925). Non si somministra alla pianta ciò di cui necessita in modo tale che essa stessa lo tragga dall’ambiente circostante. Non vengono utilizzati prodotti di sintesi chimica e OGM;
BIOLOGICO: le modalità di produzione sono definite da norme comunitarie e prevedono, tra l’altro, l’obbligo di utilizzo di uve provenienti da agricoltura biologica ovvero, in sintesi, coltivate senza fitofarmaci, diserbanti, pesticidi e concimi. La vinificazione deve essere condotta senza l’utilizzo di coadiuvanti o additivi chimici e i livelli di anidride solforosa devono essere inferiori rispetto al vino convenzionale;
NATURALE: si tratta di un vino prodotto rispettando, totalmente o in parte, i principi dell’agricoltura biologica o di quella biodinamica, ma non sottoposto ad alcuna certificazione.
Chi non ha ancora le idee ben chiare sul vino da proporre per pranzo o cena può affidarsi al portale Vinhood, che propone un test molto semplice che abbina ad ogni tipologia di carattere identificato da un hashtag (ad esempio #carismatico, #afrodisiaco, #etnico, #rilassato) un vino… Non resta che “provarlo”!
 

 

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Da gennaio via libera agli insetti sulle tavole degli italiani /da-gennaio-rivoluzione-2-uid-64/ Mon, 23 Oct 2017 13:52:17 +0000 /?p=357355 Da gennaio via libera agli insetti sulle tavole degli italiani Da gennaio 2018 scatta una nuova rivoluzione sul cibo.Il nuovo regolamento Ue sui “novel food” permetterà di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi, aprendo di fatto alla loro produzione e vendita anche in Italia. Lo ha […]

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Da gennaio via libera agli insetti sulle tavole degli italiani

Da gennaio 2018 scatta una nuova rivoluzione sul cibo.Il nuovo regolamento Ue sui “novel food” permetterà di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi, aprendo di fatto alla loro produzione e vendita anche in Italia.

Lo ha reso noto la Coldiretti (www.coldiretti.it) in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione dove è stata apparecchiata la tavola degli insetti in arrivo nel piatto degli italiani.

Si tratta di una novità che vede contrari ben il 54% degli italiani che li considerano estranei alla cultura alimentare nazionale mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%, secondo una indagine Coldiretti/Ixe’.

Quali sono i prodotti in arrivo?

I prodotti sono stati mostrati in anteprima dalla Coldiretti dalla pasta all’uovo artigianale ai grilli ai millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, dalle tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos ai vermi giganti della farina dalla Tailandia che sono arrostiti e dicono che abbiano un gusto simile alle patatine con un leggero aroma di pollo.

Ma ci sono anche – continua la Coldiretti – il baco da seta all’americana, la vera “star” degli insetti commestibili, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia, ricche di fibre, proteine e vitamine fino agli “aperinsetti”.

Vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta.

Scorpioni dorati dalla Cina

E per i palati più temerari a Cernobbio sono stati esposti dalla Coldiretti anche scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia, scarabei consigliati come aperitivo servito in spiedini, anch’essi thailandesi CONTINUA A LEGGERE

 

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Pulire padelle annerite ed incrostate di grasso e cibo /pulire-padelle-annerite-incrostate-uid-55/ Wed, 18 Oct 2017 11:14:15 +0000 /?p=355565 .Pulire padelle annerite ed incrostate di grasso e cibo Pulire le pentole e le padelle spesso richiede tempo, e non sempre si riescono a lavare subito dopo aver cucinato . Con il passare del tempo e delle cotture il fondo si annerisce , e soprattutto, se ci si dimentica la pentola sul fuoco, dover ripulire tutto non […]

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.Pulire padelle annerite ed incrostate di grasso e cibo

Pulire le pentole e le padelle spesso richiede tempo, e non sempre si riescono a lavare subito dopo aver cucinato . Con il passare del tempo e delle cotture il fondo si annerisce , e soprattutto, se ci si dimentica la pentola sul fuoco, dover ripulire tutto non è sempre così facile. Non è neppure necessario comprare costosi prodotti disincrostanti per eliminare la bruciatura che ha rovinato la vostra padella ma vi basterà solo un po di pazienza e di olio di gomito. Allora, come pulire pentole e padelle?  Le nostre indicazioni vi aiuteranno a disincrostare pentole e padelle.

Oppure

Mettete un paio di cucchiai di bicarbonato in una ciotola e aggiungiete detersivo per piatti fino a formare una crema dalla consistenza di besciamella. Mettete sulle bruciature e lasciate agire due o tre ore, ma anche di più se le bruciature sono vecchie. Poi appallottolate un foglio di alluminio e iniziate a grattare, dovrebbero venire via. L’alluminio non graffia, a differenza di spugnette abrasive.

Fonti: Trucchi di casa

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Alimentazione, lo studio che mette in discussione le linee guida di prevenzione della salute /uid-64-alimentazione-lo-studio-che-mette-in-discussione-le-linee-guida-di-prevenzione-della-salute/ Thu, 31 Aug 2017 15:23:04 +0000 /?p=338181 Sono tanti gli sportivi che per una dieta equilibrata mangiano carboidrati evitando i grassi. Invece, lo studio condotto dall’Universita’ di Hamilton, in Ontario mette in discussione quanto indicato fino ora in tutte le linee guida di prevenzione della salute cardiaca e da decine di studi e documenti scientifici. La riduzione dei grassi, secondo Mahshid Dehghan, ricercatrice del […]

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Sono tanti gli sportivi che per una dieta equilibrata mangiano carboidrati evitando i grassi. Invece, lo studio condotto dall’Universita’ di Hamilton, in Ontario mette in discussione quanto indicato fino ora in tutte le linee guida di prevenzione della salute cardiaca e da decine di studi e documenti scientifici. La riduzione dei grassi, secondo Mahshid Dehghan, ricercatrice del Population Health Research Institute della McMaster University, ”non migliorerebbe la salute delle persone”. Come scrive meteoweb.eu, i vantaggi arriverebbero invece riducendo i glucidi, cioe’ in sostanza i carboidrati sotto il 60 per cento dell’energia totale, ”e aumentando l’assunzione di grassi totali fino al 35 per cento”. CONTINUA A LEGGERE

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Quando fate il barbecue mettete un cubetto di ghiaccio sulla carne. Se solo l’avessi saputo prima! /uid-55-quando-fate-il-barbecue-mettete-un-cubetto-di-ghiaccio-sulla-carne-se-solo-lavessi-saputo-prima/ Sat, 26 Aug 2017 10:44:05 +0000 /?p=336280 Molte persone d’estate amano dedicarsi al barbecue, ma a volte, l’inesperienza con questo modo di cucinare, può farci commettere degli errori. Per questo, oggi proveremo a segnalarvi 6 consigli davvero utili, da seguire ogni qual volta si decide di optare per il barbecue. Trucchetti utili 1. Stecchi per spiedini: fate attenzione, è molto facile far […]

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Molte persone d’estate amano dedicarsi al barbecue, ma a volte, l’inesperienza con questo modo di cucinare, può farci commettere degli errori. Per questo, oggi proveremo a segnalarvi 6 consigli davvero utili, da seguire ogni qual volta si decide di optare per il barbecue.

Trucchetti utili

1. Stecchi per spiedini: fate attenzione, è molto facile far bruciare il legno! Per evitare tutto questo, teneteli a bagno per 15-20 minuti in un recipiente colmo d’acqua, per ammorbidirli.
2. Cubetti di ghiaccio: per non far seccare ed indurire troppo la carne, quando l’adagiate sul grill disponetevi sopra un pezzetto di burro o un cubetto di ghiaccio, e lasciate sciogliere!
3. Gas propano: Chi usa il grill a gas, dovrebbe sapere che si può evitare di usare il gas propano durante la grigliata. Per evitare di usarne grandi quantità, si può lasciarne un po’ nel recipiente, e poi diluirlo con dell’acqua calda. Mettete il contenitore in verticale e toccate la parte superiore: dove avvertite che la superficie è fredda, c’è ancora del propano, dov’è calda, invece, non ce n’è più.

ALTRI TRUCCHI

4. Foglio di alluminio: con due semplici trucchetti potrete risparmiare tempo e denaro. Il primo consiglio consiste nell’appallottolare un foglio di alluminio, e, servendosi di pinze, andare a strofinare sulla griglia per eliminare lo sporco depositato, quando ancora è calda.
5. Cipolla: tagliate a metà una cipolla, e fate più o meno quello che avete fatto con l’alluminio, sempre aiutandovi con una pinza. L’olio rilasciato dalla cipolla andrà a “raccogliere” tutte le impurità depositate sul grill.
6. Limoni: quando si cuoce il pesce alla grill, eliminare il cattivo odore è difficile. Una buona soluzione è adagiare sul grill delle fette di limone, e poi immediatamente dopo il pesce.
Ecco alcuni trucchi che potrete seguire vedendo il video sottostante.

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