Tecnologia – retenews24 – news on line http://www.retenews24.it le informazioni della tua città Mon, 11 Jul 2016 19:17:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.2 Smartwatch, l’hacker a portata di mano /smartwatch-lhacker-a-portata-di-mano/ /smartwatch-lhacker-a-portata-di-mano/#respond Mon, 11 Jul 2016 08:27:44 +0000 /?p=201671 Smartwatch, l’hacker a portata di mano. Ecco l’ultissimo agguato della nostra tecnologia, ma soprattutto la paura di milioni di persone. Ovviamente non è il caso di lanciare facili allarmismi, rischio che è sempre dietro l’angolo quando escono simili notizie in grado di creare, se lette in modo superficiale, panico tra gli utenti. Gli strumenti in […]

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Smartwatch, l’hacker a portata di mano. Ecco l’ultissimo agguato della nostra tecnologia, ma soprattutto la paura di milioni di persone. Ovviamente non è il caso di lanciare facili allarmismi, rischio che è sempre dietro l’angolo quando escono simili notizie in grado di creare, se lette in modo superficiale, panico tra gli utenti. Gli strumenti in questione sono validi, ottimi e soprattutto sempre migliorabili. Dunque è evidente che ogni tipo di condanna generale, ma anche superficiale, sarebbe errata, a tutto c è da dare il giusto peso. Di certo però la notizia fa parlare di sé perché riguarda potenzialmente un numero indefinito di persone e tocca una questione ovviamente cara a tutte loro. Non si tratta poi di un’indiscrezione, ma di una vera e propria ricerca. Lo studio è stato condotto dalla Binghamton University, negli Usa e ha spiegato che i sensori degli smartphone potrebbero essere così precisi da tracciare i movimenti della mano e permettere a malintenzionati di riprodurre i gesti fatti sulla tastiera di un bancomat e quindi accedere ad un conto corrente. Durante i test la percentuale di riuscita è stata dell’80%. Dunque non si tratta di chissà quale trovata tecnologica, ma di un semplice (si fa per dire) raccoglimento di movimenti che, in sostanza, diventa raccoglimento di dati. La ricerca ha messo alla prova tre differenti sistemi di sicurezza, compreso il bancomat, tenendo sotto osservazione i movimenti di 20 cavie registrati attraverso accelerometri, giroscopi e magnetometri integrati nei vari dispositivi wearable indossati per 11 mesi, indipendentemente dalla posizione della mano. Il risultato rivela il rischio di hacker che potrebbero infettare i dispositivi tramite virus o intercettare le connessioni Bluetooth dello smartwatch nel tentativo di entrare in possesso dei dati. Gli esperti del settore sembrerebbero però già in movimento per cercare una soluzione che stando ai più in materia basterebbe semplicemente migliorarne le prestazioni e la crittografia.

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Facebook aumenta la privacy della chat, conversazioni più segrete /facebook-aumenta-la-privacy-della-chat-conversazioni-piu-segrete/ /facebook-aumenta-la-privacy-della-chat-conversazioni-piu-segrete/#respond Sat, 09 Jul 2016 06:59:32 +0000 /?p=201190 Dopo WhatsApp e Viber anche la chat Messenger inizia a testare la crittografia, per rendere le conversazioni più segrete. «Adesso – spiega la chat di proprietà di Facebook – puoi scegliere di creare conversazioni “segrete” su Messenger, che possono essere lette solo sul dispositivo della persona con cui stai comunicando». Questo tipo di cifratura, nello […]

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Dopo WhatsApp e Viber anche la chat Messenger inizia a testare la crittografia, per rendere le conversazioni più segrete. «Adesso – spiega la chat di proprietà di Facebook – puoi scegliere di creare conversazioni “segrete” su Messenger, che possono essere lette solo sul dispositivo della persona con cui stai comunicando».

Questo tipo di cifratura, nello specifico si chiama “end to end”. «Non vedremo mai quello che le persone hanno scritto a meno che un partecipante alla conversazione ci segnali direttamente il contenuto, e non archiviamo i messaggi segreti sui nostri server dopo che questi siano stati letti o consegnati», specifica Messenger. Pochi mesi fa WhatsApp, altra applicazione di proprietà di Facebook, fu bloccata in Brasile per non aver diffuso il contenuto dei messaggi scambiati tra indagati in un processo per traffico di droga.

«Le persone si aspettano che i loro messaggi siano sicuri e noi le mettiamo al primo posto in tutto quello che facciamo – spiega Messenger – questo è un altro esempio. Diamo agli utenti il controllo sull’invio dei loro messaggi che insieme alle chiamate già beneficiano di forti sistemi di sicurezza».

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Windows sarà a pagamento, aggiornamenti gratis fino al 29 luglio /windows-sara-a-pagamento-aggiornamenti-gratis-fino-al-29-luglio/ /windows-sara-a-pagamento-aggiornamenti-gratis-fino-al-29-luglio/#respond Fri, 08 Jul 2016 11:27:22 +0000 /?p=200951 Il 29 luglio sarà il giorno del dentro o fuori per chi utilizza un computer con sistema operativo Windows. E’ infatti quella data l’ultimo giorno utile per il passaggio alla versione “10” del Os del gruppo facente capo a Bill Gates. Gli indecisi dovranno scegliere se accettare l’offerta della casa di Redmond sull’aggiornamento del suo […]

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Il 29 luglio sarà il giorno del dentro o fuori per chi utilizza un computer con sistema operativo Windows. E’ infatti quella data l’ultimo giorno utile per il passaggio alla versione “10” del Os del gruppo facente capo a Bill Gates.

Gli indecisi dovranno scegliere se accettare l’offerta della casa di Redmond sull’aggiornamento del suo sistema operativo in scadenza e rinnovabile, fino a fine mese, in modo gratuito

Microsoft sta inviando insistenti messaggi in una (fastidiosa) finestra di dialogo per proporre l’upgrade ma, nonostante questa offerta, una fetta molto consistente di utenti sembra destinata a rimanere senza aggiornamento. Microsoft ha festeggiato recentemente il traguardo dei 300 milioni di dispositivi con Windows 10 installato, in quella che ha potuto definire la più veloce campagna di aggiornamento di sempre, ma dal 30 luglio il nuovo sistema operativo tornerà nuovamente a pagamento anche per chi, ovviamente, già dispone di una versione originale del programma.

Fonte: Wired

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Scoperti tre pianeti “fratelli” della Terra: potrebbero ospitare vita /scoperti-tre-pianeti-fratelli-della-terra-potrebbero-ospitare-vita/ /scoperti-tre-pianeti-fratelli-della-terra-potrebbero-ospitare-vita/#respond Fri, 08 Jul 2016 06:34:40 +0000 /?p=200813 La Terra ha tre nuovi “fratelli” che potenzialmente potrebbero essere abitabili. Tre pianeti simili al nostro per temperatura e dimensione, infatti, sono stati scoperti grazie al telescopio a infrarossi “Trappist”. Ruotano intorno ad una stella nana rossa più fredda del Sole, che si trova a soli 40 anni luce da noi, nella costellazione dell’Acquario. Per […]

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La Terra ha tre nuovi “fratelli” che potenzialmente potrebbero essere abitabili. Tre pianeti simili al nostro per temperatura e dimensione, infatti, sono stati scoperti grazie al telescopio a infrarossi “Trappist”. Ruotano intorno ad una stella nana rossa più fredda del Sole, che si trova a soli 40 anni luce da noi, nella costellazione dell’Acquario. Per cercare nuovi mondi, quindi, non occorre andare poi così lontano.

 La straordinaria scoperta è stata annunciata sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di astronomi guidato dall’Istituto di astrofisica e geofisica dell’Università di Liegi, in Belgio. “Se esiste vita fuori dal sistema solare, questi tre esopianeti potrebbero essere la nostra migliore chance per trovarla”, spiegano gli astronomi.
“Grazie ai telescopi giganti che sono attualmente in costruzione – aggiungono i ricercatori – saremo presto in grado di studiare la composizione dell’atmosfera di questi pianeti, in modo da cercare la presenza di acqua e tracce di attività biologica. Si tratta di un enorme passo avanti nella ricerca di vita nell’universo”.

I tre nuovi mondi alieni sono stati individuati intorno a una piccola stella insospettabile, chiamata Trappist-1, poco più grande di Giove e con una temperatura pari alla metà di quella del Sole. Grazie al telescopio belga “Trappist”, installato in Cile presso lo European Southern Observatory (Eso), gli astronomi sono riusciti a intercettare periodiche variazioni della debole luminosità della stella, dovute proprio al passaggio dei tre pianeti che le ruotano intorno e che si trovano nella cosiddetta fascia abitabile, la zona in cui la radiazione e il calore sono sufficienti a mantenere in superficie acqua liquida e quindi condizioni ospitali per la vita. .

I tre pianeti, probabilmente rocciosi, sono molto simili alla Terra e a Venere per dimensioni e temperatura: il primo ruota intorno alla stella in un giorno e mezzo, il secondo in 2,4 giorni e il terzo in un periodo ancora indefinito che varia da 4,5 a 73 giorni. “Questi periodi orbitali così brevi indicano che i pianeti si trovano 20-100 volte più vicini alla loro stella di quanto lo sia la Terra al Sole: per questo – precisano gli astronomi – la struttura di questo sistema planetario è molto più simile, in scala, al sistema delle lune di Giove, piuttosto che al sistema solare”.

I pianeti sono i primi mai scoperti in orbita intorno a questo tipo di stelle nane e ultra-fredde, comuni nella Via Lattea. “Se venisse dimostrato che pianeti simili alla Terra sono comuni intorno a questo genere di stelle – dicono i ricercatori – allora i pianeti potenzialmente abitabili potrebbero essere molto più numerosidi quanto si sia mai creduto”.

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Brexit, occhio all’email che ruba i dati: ecco come evitarla /brexit-occhio-allemail-che-ruba-i-dati-ecco-come-evitarla/ /brexit-occhio-allemail-che-ruba-i-dati-ecco-come-evitarla/#respond Thu, 07 Jul 2016 16:09:36 +0000 /?p=200688 Brexit continua a far paura. Questa volta non stiamo parlando delle dirette conseguenze che il voto dello scorso 23 Giugno ha portato. La minaccia è adesso sul web. In tema di Brexit, infatti, si sta diffondendo negli ultimi giorni una truffa che colpisce i proprietari di account di posta elettronica. Brexit la truffa è stata […]

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Brexit continua a far paura. Questa volta non stiamo parlando delle dirette conseguenze che il voto dello scorso 23 Giugno ha portato. La minaccia è adesso sul web. In tema di Brexit, infatti, si sta diffondendo negli ultimi giorni una truffa che colpisce i proprietari di account di posta elettronica. Brexit la truffa è stata architettata da alcuni cybercriminali che sfruttano la popolarità dell’argomento per inviare email che nascondono il pericolo.

Si tratta di email di spam in apparenza innocue: contengono la famosa parola chiave – Brexit – e altre informazioni che invogliano chi riceve la mail a cliccare sui link presenti nel corpo del messaggio. Tutto rientra nel cosiddetto “social engineering”: quell’insieme di tranelli psicologici che spingono a cliccare link diretti a siti dove viene chiesto di inserire informazioni riservate o sensibili, scaricare allegati o rispondere comunicando informazioni su carte di credito, investimenti, notizie personali. Una volta fatto “click” il crimine è assicurato, tutti i dati inseriti vengono rubati in un momento. Nell’altra ipotesi, un virus o un malware si impossessa del nostro computer.

Quello che sconvolge è che Brexit la truffa è partita ben prima del referendum del 23 Giugno. Già dal 9 dello stesso mese, infatti, questo tipo di mail era stato recapitato a tanti utenti. In particolare,  i ricercatori del Symantec Threat Intelligence hanno rintracciato 81.323 mail spedite tra il 9 e il 23 Giugno. Questo numero è aumentato considerevolmente, dopo il referendum, fino a raggiungere quota 399.892 tra il 24 giugno e il 5 luglio. Si è avuto, quindi, un incremento del 392% di mail spam da quando questo fenomeno si è propagato.

“L’indicazione è ovviamente quella di sempre. Cioè fare estrema attenzione quando si ha a che fare con questi contenuti: non aprire allegati e non cliccate sui link, eliminate immediatamente email simili”, ha detto James Chappell, cofondatore della società di sicurezza informatica londinese Digital Shadows.

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Campania, IOS Developer Academy Fascione: “Grande opportunità” /campania-ios-academy-grande-opportunita/ /campania-ios-academy-grande-opportunita/#respond Thu, 07 Jul 2016 14:44:32 +0000 /?p=200635 E’ stata annunciata stamattina la firma dell’operazione Apple a Napoli, che prevede la creazione presso l’Università Federico II della prima iOS Developer Academy in Europa per la formazione nello sviluppo di nuovi applicazioni e servizi digitali. Obiettivo della Academy e’ fornire agli studenti le competenze necessarie a diventare dei developer di app innovative, professionisti in […]

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E’ stata annunciata stamattina la firma dell’operazione Apple a Napoli, che prevede la creazione presso l’Università Federico II della prima iOS Developer Academy in Europa per la formazione nello sviluppo di nuovi applicazioni e servizi digitali. Obiettivo della Academy e’ fornire agli studenti le competenze necessarie a diventare dei developer di app innovative, professionisti in grado di progettare, implementare e commercializzare servizi innovativi sulle piattaforme tecnologiche. La Giunta De Luca sosterrà il programma attraverso il finanziamento delle borse di studio destinate ai giovani talenti che accederanno alla fucina di idee e creatività che aprirà il prossimo ottobre con oltre 200 studenti che parteciperanno al primo anno e 400 negli anni successivi. Ogni ciclo di formazione e’ progettato e supportato da Apple e durerà nove mesi, con articolazione semestrale. Gli studenti accederanno alla struttura dedicata presso il campus di San Giovanni a Teduccio. L’assessore Valeria Fascione ha così commentato l’iniziativa: “Il programma rappresenta sia una opportunità per tutto l’ecosistema regionale, grazie all’innesto di competenze avanzate, sia una testimonianza della qualità e l’effervescenza della nostra offerta tecnologica e innovativa attraverso il coinvolgimento delle università campane. Tutta l’operazione Apple in Campania – conclude l’assessore – prevede infatti una rete regionale fatta da un nucleo centrale, presso l’Università Federico II, e da nodi territoriali presso gli altri atenei”.

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Porno virus su Facebook, boom sul social network: ecco a cosa prestare attenzione /porno-virus-facebook-boom-sul-social-network-cosa-prestare-attenzione/ /porno-virus-facebook-boom-sul-social-network-cosa-prestare-attenzione/#respond Wed, 06 Jul 2016 10:58:07 +0000 /?p=200240 Nelle ultime settimane ha avuto un vero e proprio picco un virus, in circolazione già da diverso tempo, che è costato caro a parecchi utenti di Facebook. E’ quanto segnala la polizia sulla pagina Facebook ‘Una vita da social’. “Si tratta – si legge – del virus che tramite il più conosciuto e utilizzato social […]

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Nelle ultime settimane ha avuto un vero e proprio picco un virus, in circolazione già da diverso tempo, che è costato caro a parecchi utenti di Facebook. E’ quanto segnala la polizia sulla pagina Facebook ‘Una vita da social’.

“Si tratta – si legge – del virus che tramite il più conosciuto e utilizzato social network installa un malware in grado di sottrarre informazioni e dati sensibili. Il virus in questione si cela infatti dietro un classico ‘tag’: il suo funzionamento è abbastanza semplice e si diffonde a macchia d’olio sul profilo e sui contatti della vittima, poiché il suo meccanismo è analogo a quello di una catena di Sant’Antonio”.

“Si parte – ricorda la polizia – con una notifica che avvisa l’utente di essere stato menzionato in un commento. Sulla propria bacheca, dunque, si ritrova un video dal carattere apparentemente pornografico ed effettivamente il tag del suo nome, insieme a quello di altri amici. Basta dunque cliccare sull’anteprima del video perché il virus si diffonda a macchia d’olio anche sui profili degli amici della vittima originaria. Una volta che si è cliccato sul video, dunque, si finisce in una pagina esterna nella quale si chiede il download di un malware che, una volta installato, sarebbe in grado anche di rubare dati e informazioni sensibili”.

La raccomandazione, ancora una volta, è di “non cliccare su link sospetti o provenienti da fonti anonime, ma di prestare attenzione anche quando il contenuto vi è condiviso da un vostro amico, visto che nella maggior parte dei casi il link del video ha di frequente carattere pornografico. Naturalmente, tra i consigli da seguire è quello di installare un buon antivirus che fermi sul nascere le eventuali intrusioni di virus e malware”.

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Condividere file musicali su Whatsapp, tra poco sarà possibile /condividere-file-musicali-su-whatsapp-tra-poco-sara-possibile/ /condividere-file-musicali-su-whatsapp-tra-poco-sara-possibile/#respond Wed, 06 Jul 2016 09:52:13 +0000 /?p=200201 Whatsapp si aggiorna ancora con il più grande update mai realizzato dai tempi dell’introduzione delle telefonate. Tantissime le novità che per il momento si stanno testando in una fase beta e tra qualche settimana dovrebbero diventare di dominio pubblico. Come sempre tutte gratuitamente, com’è nella politica di Whatsapp. Tra le novità di recente introduzione la […]

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Whatsapp si aggiorna ancora con il più grande update mai realizzato dai tempi dell’introduzione delle telefonate. Tantissime le novità che per il momento si stanno testando in una fase beta e tra qualche settimana dovrebbero diventare di dominio pubblico. Come sempre tutte gratuitamente, com’è nella politica di Whatsapp. Tra le novità di recente introduzione la più importante è la condivisione dei file musicali, vediamo come funzionerà.

Condividere i file musicali su Whatsapp non sarà come una specie di Torrent o di Napster per cellulari. La condivisione, per evitare guai con la pirateria, sarà strettamente regolamentata. L’unico modo completamente “libero” per condividere la musica via Whatsapp sarà registrare un brano direttamente con il telefonino, cliccare sull’icona degli allegati che aprirà una schermata simile a quella di oggi che comprende foto e file, e inviare al nostro contatto il file. Ma, come sicuramente molti utenti sapranno, registrare della musica con il cellulare non è proprio il massimo della qualità. Per questo è prevista la possibilità di condividere i file musicali su Whatsapp anche per quanto riguarda i brani scaricati.

Attenzione però perché questa funzione sarà disponibile solo se anche il contatto a cui si vuole inviare la musica è iscritto ad un servizio a pagamento. Il primo accordo è stato stilato con la Apple: sarà possibile per l’utente A scaricare da iTunes un file tramite un profilo a pagamento. L’utente A potrà poi trasferire il brano all’utente B soltanto se anche lui avrà sottoscritto un abbonamento ad iTunes, altrimenti il trasferimento non partirà nemmeno. Lo stesso varrà anche per altri servizi di download di brani musicali legali. Non basterà essere iscritti ad un servizio a pagamento qualunque, per ricevere il file musicale bisognerà essere iscritti allo stesso servizio da cui il file è stato scaricato

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Mercato del digitale in crescita per i prossimi tre anni /mercato-digitale-crescita/ /mercato-digitale-crescita/#respond Tue, 05 Jul 2016 14:47:16 +0000 /?p=199975 E’ stato presentato questa mattina durante il convegno “Impresa 4.0: per un’industria italiana più competitiva nell’era digitale” lo studio “Il digitale in Italia nel 2016”, realizzato da Assinform e Confindustria digitale in collaborazione con NetConsulting e il Politecnico di Milano. Secondo quanto emerso dall’analisi, l’Italia dal 2015 ha ripreso ha investire nelle tecnologie dell’informazione e […]

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E’ stato presentato questa mattina durante il convegno “Impresa 4.0: per un’industria italiana più competitiva nell’era digitale” lo studio “Il digitale in Italia nel 2016”, realizzato da Assinform e Confindustria digitale in collaborazione con NetConsulting e il Politecnico di Milano. Secondo quanto emerso dall’analisi, l’Italia dal 2015 ha ripreso ha investire nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict, dall’inglese Information and Communications Technology) e continuera’ a farlo nel prossimo triennio. L’innovazione digitale in Italia tuttavia è ancora troppa lenta, avviene in modo troppo disomogeneo e con un’ottica distante dal concepire la trasformazione in grado di incidere profondamente sulla realtà del Paese. I dati dello studio evidenziano che già nel 2015 il mercato digitale nel suo complesso è cresciuto dell’1 per cento a 64.908 milioni di euro. Al recupero hanno concorso un pò tutti i comparti a eccezione dei servizi di rete delle telecomunicazioni (-2,4 per cento), mentre sono cresciuti i servizi Ict a 10.368 milioni di euro (+1,5 %), software e soluzioni Ict a 5.971 milioni di euro (+4,7 %), dispositivi e sistemi a 16.987 milioni di euro (+0,6 %), contenuti digitali e digital advertising a 8.973 milioni di euro (+8,6 %). I segnali positivi vengono dall’innalzamento della qualita’ della domanda. La spinta e’ dovuta alle componenti piu’ innovative e legate alla trasformazione digitale che registreranno crescite sostenute per il 2016: internet delle cose (Iot) a +14,9%, Cloud +23,2%, Big Data +24,7%, piattaforme per il web +13,3%, mobile business +12,3%, sicurezza +4,4%. Le previsioni per il mercato complessivo Ict in Italia, a costanza di scenari macroeconomici, consentono di stimare una crescita dell’1,5% nel 2016, dell’1,7% nel 2017 e del 2% nel 2018. Un andamento positivo dovuto alla ripresa degli investimenti in quasi tutti i settori d’utenza, spinti soprattutto dalle grandi imprese (+2,8%) nel 2016 sul 2015, con in testa l’industria (+2,1%), le banche (3%), le assicurazioni (+3,7%), le utility (+3,6%) e i trasporti (+3,4%). Le piccole imprese con un +0,9% stimato nel 2016, risultano ancora poco coinvolte dalla trasformazione digitale. E in parte anche le pubblica amministrazione che, sempre nel 2016, confermera’ la ripresa della spesa a livello centrale (+1,6%) e nella sanita’ (+3%), ma non a livello locale (-2%).

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La sonda Juno raggiunge Giove dopo un viaggio lungo 5 anni /la-sonda-juno-raggiunge-giove-dopo-un-viaggio-lungo-5-anni/ /la-sonda-juno-raggiunge-giove-dopo-un-viaggio-lungo-5-anni/#respond Tue, 05 Jul 2016 06:18:39 +0000 /?p=199719 Dopo quasi 5 anni di viaggio la sonda della Nasa Juno ha raggiunto l’orbita di Giove. Un obiettivo storico nella corsa alla ricerca spaziale che è stato raggiunto quando in Italia albeggiava e che la Nasa ha salutato con un video postato su twitter che mostra l’entusiasmo della sala missione al momento del fatidico “mission […]

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Dopo quasi 5 anni di viaggio la sonda della Nasa Juno ha raggiunto l’orbita di Giove. Un obiettivo storico nella corsa alla ricerca spaziale che è stato raggiunto quando in Italia albeggiava e che la Nasa ha salutato con un video postato su twitter che mostra l’entusiasmo della sala missione al momento del fatidico “mission accomplished”. ” L’accensione del motore è completata, Juno ora orbita intorno a Giove. Pronta a svelare i suoi segreti”, ha twittato l’agenzia spaziale statunitense.

La sonda ha percorso oltre 2 miliardi e 700 milioni di chilometri per giungere all’appuntamento con il più grande dei pianeti del Sistema Solare. La navicella da 3 tonnellate e mezza a propulsione solare ha dovuto accendere il motore principale per 35 minuti, in modo da poter frenare la sua corsa e entrare correttamente nell’orbita di Giove.  Obiettivo raggiunto alle 20.53 ora della California, le 5.53 in Italia. E’ stato uno dei momenti più delicati e pericolosi per il veicolo. Per 35 minuti la sonda alimentata a energia solare ha acceso il suo motore principale collocandosi in un’orbita polare, con un periodo di 11 giorni rispetto al pianeta gassoso.

Il nostro Paese è protagonista con due degli strumenti a bordo: JIRAM, ovvero Jupiter InfraRed Auroral Mapper, per lo studio delle aurore e dell`atmosfera e un transponder in banda Ka per studi gravitazionali. JIRAM è stato fornito dall`Agenzia spaziale Italiana e sviluppato con il supporto scientifico dell`Istituto Nazionale di Astrofisica. Realizzata da Leonardo-Finmeccanica, la Jovian Infrared Auroral Mapper è una macchina fotografica in grado di produrre sia spettri che immagini, uno strumento quindi estremamente innovativo in grado di misurare gli strati più esterni dell’atmosfera e osservare il fenomeno delle aurore gioviane.

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