Stato e Cirinnà: celebrare le unioni di omosessuali è un "dovere civico". Come si legge sul Sole 24 ore: "Consiglio di Stato spiana la strada alla “Cirinnà” e, insieme, trova la via per superare l’ostacolo della presunta “obiezione di coscienza” dei sindaci che si oppongono a celebrare le unioni civili delle coppie omosessuali.
La riforma 76/2016 - spiega il parere al decreto che attiva da subito i registri delle unioni civili, in attesa dei decreti delegati che definiranno tutto il quadro operativo - da un lato afferma che questi adempimenti sono un «dovere civico» e dall’altro consente al sindaco che “non se la sente” di delegare a uno qualsiasi dei pubblici ufficiali dal momento che pone genericamente - e generalmente - l’incombenza a carico
dell’«ufficiale di stato civile».In mezzo a tante polemiche e ai tentativi di rallentare il più possibile i tempi di attuazione della riforma Cirinnà, Palazzo Spada mette comunque i puntini sulle “i” su diritti e doveri. Il rilievo giuridico come esimente di una “questione di coscienza” che motivi il rifiuto di rendere operativa l'unione civile con convinzioni culturali, religiose o morali - scrivono i giudici - può derivare «soltanto dal riconoscimento che di tale questione faccia una norma»...e non «da una “autoqualificazione”» effettuata da chi è tenuto all’obbligo. Per l’aborto la possibilità per i medici è stata prevista dalla legge. La Cirinnà non solo non lo prevede, ma un apposito emendamento è stato bocciato dal Parlamento".