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Colombo della Saipem: “Pronti a valutare acquisizioni”

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  Saipem usciva da un ciclo di ingenti investimenti finanziati a debito, in momenti di quotazioni del petrolio significativamente superiori

“Saipem usciva da un ciclo di ingenti investimenti finanziati a debito, in momenti di quotazioni del petrolio significativamente superiori. Il profilo di cassa era penalizzato da commesse con elevato rischio e bassa redditività. Più in generale il crollo dei prezzi del petrolio aveva indotto i nostri clienti a cancellare nuovi progetti. Abbiamo preso atto della scelta di Eni di deconsolidare Saipem, scelta che nel contesto che ho appena descritto ha implicato per noi la necessita’ immediata di dotarci di strumenti adeguati per poter camminare sulle nostre gambe, dal punto di vista finanziario e della governance”. Lo afferma Paolo Andrea Colombo, in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. “Anche lo Stato ha a che fare con il mercato per le emissioni di titoli e quindi sa che un atteggiamento allineato agli interessi degli investitori e’ premiante – sottolinea Colombo -. La mia esperienza mi dice che l’azionista pubblico indica i vertici e lascia loro ampia autonomia sul piano strategico e gestionale. In questo, il modello delle societa’ quotate partecipate dallo Stato e’ assimilabile a quelle con azionariato diffuso”. In Saipem “abbiamo aumentato l’indipendenza delle funzioni di controllo dalla linea manageriale – spiega il presidente -. Abbiamo rafforzato governance e controllo delle principali partecipate estere e introdotto l”industrial risk appetite’, ovvero il livello di rischio massimo che l’azienda e’ disposta a sopportare in relazione all’acquisizione delle grandi commesse pluriennali tipiche del nostro settore”. “Abbiamo fatto un aumento di capitale da 3,5 miliardi a inizio 2016 in una sorta di tempesta perfetta – dice ancora Colombo -: petrolio sotto i 30 dollari e turbolenza dei mercati. La Brexit forse ci ha fatto dimenticare qual era il clima di gennaio. La società ora è in equilibrio patrimoniale, nell’interesse di lungo periodo dei nostri stakeholder. Questo testimonia il senso di responsabilità del nostro cda, che non si può certo dire abbia seguito logiche di breve periodo lasciandosi influenzare dalla reazione del mercato. Gli investitori mostrano di condividere questa scelta”. E su possibili acquisizioni aggiunge: “La solidità e la flessibilità finanziaria che abbiamo acquisito ci mettono nella condizione di poter cogliere eventuali opportunità che si dovessero presentare qualora nel nostro settore si avviasse una fase di consolidamento”. “Per Saipem il climate change è un tema centrale, dal punto di vista etico, ma anche del business. La strategia dei nostri clienti, dalla Total alla Shell passando per l’Eni, va in questa direzione e noi vogliamo accompagnarli in questo percorso, ad esempio mettendo a disposizione le nostre competenze nel gas naturale, il combustibile fossile più pulito e complementare alle rinnovabili – aggiunge -. Abbiamo costruito i principali gasdotti verso l’Europa, dal Blue Stream al Green Stream, fino al Nord Stream. E questa storia di successo continua: in queste ultime settimane ci e’ stato assegnato un contratto da 1,3 miliardi di dollari per l’ulteriore sviluppo del gas azero e abbiamo acquisito la commessa per il tratto offshore del Tap. Ma anche nelle rinnovabili Saipem ha interessanti opportunità, ad esempio per i norvegesi di Statoil la Saipem 7000 sta installando una Wind farm al largo della costa scozzese. E Saipem ha le competenze, le tecnologie e la propensione all’innovazione necessarie per cogliere le opportunità di questo nuovo settore”