Condannato a tre anni Renato Soru “Mi dimetto dal Partito Democratico”

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Condannato a tre anni Renato Soru <br> “Mi dimetto dal Partito Democratico”

Il segretario del Pd sardo Renato Soru è stato condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale dal giudice monocratico del tribunale di Cagliari, Sandra Lepore, nell’ambito dell’inchiesta sull’evasione fiscale della società inglese Andalas Ltd, quasi 10 milioni, che avrebbe concesso nel 2004 un prestito di oltre 27 milioni di euro alla ‘Tiscali finance’. Secondo il pm Andrea Massidda, che aveva chiesto 4 anni, Soru avrebbe sottratto al fisco 4 milioni di euro.

“Non me lo aspettavo”, ha detto spiegando ai cronisti di voler “stare un po’ da solo” a casa sua a riflettere in “un momento grave e importante” della sua vita.

Dopo la condanna Soru ha rassegnato le dimissioni da segretario regionale del Pd sardo. “Ho comunicato alla presidente dell’Assemblea regionale Giannarita Mele la mia decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Segretario regionale del Partito Democratico della Sardegna, per i necessari adempimenti”, ha annunciato lo stesso europarlamentare del Pd con una nota.

Oltre ai tre anni di reclusione, sono scattate, per il patron di Tiscali anche la confisca delle somme in sequestro, pagamento delle spese processuali e “l’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, l’interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria, nonché l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione, tutto per la durata di due anni” in base all’articolo 12del Dl 74/200 applicato dal giudice monocratico Sandra Lepore.

La sua villa al centro di Cagliari, a fianco alle scalette della basilica di Bonaria, è stata ipotecata da Equitalia che gli aveva inviato una cartella esattoriale di 9milioni e 975mila euro, il triplo di quella contestata che ammonta a circa 2,6 milioni. Proprio il giudice ha fatto riconteggiare il mese scorso la somma inizialmente contestata in evasione fiscale: ai 1,7 mln di euro contestati all’inizio dell’indagine se ne sono aggiunti altri 930mila.

Prima delle dimissioni in un tweet Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S, aveva lanciato l’hashtag del Movimento #SoruDimettiti.

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