I mal di pancia dei moderati in Consiglio comunale non si placano. Nella variegata e già fibrillante maggioranza che sostiene Luigi de Magistris, la componente cattolica non ci sta a lasciare alla sinistra tutta la scena. Così, dopo la lettera diretta al primo cittadino, i due consiglieri eletti nella lista “La Città”, David Lebro e Vincenzo Solombrino ribadiscono di non voler accettare un ruolo da comprimari. “Siamo fortemente convinti – scrivono Lebro e Solombrino- del sostegno politico al progetto del sindaco de Magistris, ma continuiamo a ritenere che quel progetto debba essere democraticamente condiviso e portato avanti, facendo sintesi tra le varie anime che hanno sostenuto la sua coalizione. La richiesta di partecipazione alla scelte di governo dell’area cattolica non rappresenta una prova di forza muscolare chiariscono – ma rientra nel rispetto della pluralità culturale più volte richiamata. Non abbiamo la presunzione, ma l’aspettativa che vengano rispettati i valori che ci sentiamo di rappresentare, nel rispetto della fiducia che ci è stata accordata dal nostro elettorato”. Una presa di posizione netta che se il sindaco non volesse accogliere potrebbe aprire degli scenari di grande precarietà per la maggioranza che ancora non è nemmeno entrata nel palazzo di via Verdi. Non basterebbe, infatti, a David Lebro aver già in tasca la nomina del numero uno della Napoli Servizi, Guglielmo Alloca, a lui molto vicino, per i cattolici, (finora salvagenti del sindaco), il capogruppo vuole una casella anche in giunta, gioco forza una donna. Anche e nonostante qualcuno abbia fatto notare il non gradimento di Raimondo Pasquino rispetto al punto assunto dai suoi. ” Abbiamo grande rispetto per il professor Pasquino – ribadiscono – e crediamo sia ancora importante nel dibattito pubblico il suo punto di vista personale. La stagione delle candidature a sindaco nate per far perdere qualcuno, proprio come accadde nel 2011 quando alcuni noti gruppi imprenditoriali appoggiarono il Terzo Polo, è finita. A noi interessa rappresentare, all’occorrenza, anche le giuste istanze delle associazioni datoriali, sindacali, di categoria nonchè del mondo della cooperazione e, sicuramente, non gli interessi dei singoli gruppi. ”.