Via libera dell'Aula della Camera alla fiducia posta dal governo sul decreto legge 59/2016 relativo agli indennizzi per gli obbligazionisti delle quattro banche in default (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti) e per lo snellimento delle procedure esecutive e concorsuali, in scadenza il 2 luglio. I sì sono stati 336 e i no 178. Domani mattina il provvedimento, che è in seconda lettura dopo l’approvazione sempre con voto di fiducia da parte del Senato, otterrà il via libera definitivo da parte del Parlamento. Ad esprimersi a favore sono stati il Pd, Ap, il misto (con Maie, Ala, minoranze linguistiche). Contrari M5S, Lega, Si, Fi, Fdi, Cor. Nel corso delle dichiarazioni di voto il decreto, con misure è stato duramente attaccato dall’opposizione. L’azzurra Catia Polidori ha definito la fiducia chiesta dal Governo «l’ennesimo atto di arroganza istituzionale» e il decreto un tentativo «riuscito male» per beneficiare «più i banchieri che la gente», che discriminerà «tra chi sarà ammesso e chi no ai rimborsi».
Oltre a regolamentare il patto marciano, riconoscendo all'imprenditore che abbia già rimborsato l'85% del finanziamento ricevuto tre mesi di tempo in più per “sanare” un eventuale inadempimento (che scatterà dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate anche non consecutive) il decreto istituisce il rimborso automatico all'80% per gli obbligazionisti colpiti dalla risoluzione delle quattro banche, purché abbiano un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro o un reddito personale (non lordo ma complessivo, cioè la somma di tutti i redditi che entrano nella dichiarazione Irpef prima delle imposte) non superiore ai 35mila euro.