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Di Maio nell’angolo pronto a “scaricare” il sindaco Raggi per salvare il M5S

raggi e di maio
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  E’ Luigi di Maio il bersaglio numero uno per la crisi politica che rischia di bloccare l’inizio di consilatura del sindaco di Roma del M5s Virginia Raggi. Contro il numero due di Montecitorio, si è concentrato il fuoco della rete, del Pd e, ora, della base del Movimento. L’indignazione dei militanti pentastellati esplode dopo l’indiscrezione dell’Huffington Post sulla mail spedita da Virginia Raggi a Di Maio e al direttorio (Paola Taverna, Gianluca Perilli, Massimo Castaldo e Stefano Vignaroli) del Movimento per comunicare l’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roma Paola Muraro e che l'intenzione del Campidoglio era quello di attendere le carte e "poi prenderemo provvedimenti". “Mail che rappresenterebbe la prova che anche Luigi Di Maio era a conoscenza, da tempo, dei guai giudiziari dell'assessore capitolino, comunicati alla diretta interessata il 18 luglio e appresi dalla sindaca il giorno successivo. E quindi il gruppo dirigente dei 5 Stelle avrebbe omesso e depistato sul coinvolgimento di Muraro, per dodici anni consulente dell'Ama, nell'inchiesta sui rifiuti. Solo
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de luca e de mita
Carla Ruocco e Carlo Sibilia, del Direttorio nazionale, escono allo scoperto dicendo che non ne sapevano nulla”- secondo quanto scrive l’Huffington. Una storia simile a quella di Quarto, il Comune napoletano, guidato dal sindaco Rosa Capuozzo, ex grillina, alle prese con guai giudiziari. Anche in quella circostanza il primo cittadino avrebbe informato Roberto Fico, altro esponente del M5s, delle vicende giudiziarie. Passaggio che le costò poi l’espulsione dal M5s.  I sindaci pagano (Capuozzo espulsa dal Movimento e Federico Pizzarotti sospeso), mentre Fico, Di Maio e Di Battista restano al proprio posto. Di Maio sapeva, dunque, dell’inchiesta sull’assessore della giunta Raggi. Di Maio sapeva. Di Maio trema, rischia di perdere la verginità politica. E il clima di tensione produce il primo effetto: il vicepresidente della Camera ha annullato la partecipazione per stasera a un programma tv. Ma la soluzione per uscire dal “pantano Roma” potrebbe essere un’altra e clamorosa: chiedere Virginia Raggi di rassegnare le dimissioni a tre mesi dal voto. In caso di rifiuto, la prassi è la stessa di Parma e Quarto: espulsione dal M5s.