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Dipendente gay licenziato perché lede immagine

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  1. Dipendente pubblico gay licenziato perché si prostituisce su siti per escort. Il comportamento danneggerebbe l’immagine dell’azienda. Per la cassazione il licenziamento non ha natura discriminatoria: non è punito l’orientamento sessuale del lavoratore ma la condotta riprovevole che, pur estranea al lavoro, influisce sugli obblighi inerenti il rapporto. Prostituirsi su siti escort lede l’immagine della pubblica amministrazione per cui lavora. Non è in discussione l’orientamento sessuale del lavoratore, ma il comportamento riprovevole per l’esercizio della prostituzione. A sancirlo è la Cassazione con la sentenza n. 12898/16, pubblicata il 22 giugno dalla sezione lavoro. La Corte suprema respinge il ricorso del dipendente di un ente locale che impugnava il licenziamento intimato dal datore perché giudicato discriminatorio. Per la Cassazione, il licenziamento era legittimo poiché irrogato per l’attività di prostituzione «pubblica e riconoscibile» attraverso alcuni siti internet, lesiva dell’immagine dell’ente locale. Il dipendente, infatti, offriva prestazioni sessuali a pagamento (con un annuncio corredato da tariffario, rimborso spese, supplemento per le riprese con telecamere e da fotografie che ne ritraevano il volto), attività ritenuta lesiva dell’immagine dell’ente. Il dipendente si era difeso sostenendo che sui siti escort da lui frequentati non compariva alcun riferimento dell’ente. Ma per la Cassazione il licenziamento non è discriminatorio, ma risiede nella riprovazione sociale per l’esercizio della prostituzione omo o etero sessuale.

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