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Direzione Pd, Renzi contro la minoranza: “Se volete che lasci, vincete il congresso”

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È iniziata poco dopo le 15 l’attesa direzione del Pd, con al centro temi cruciali come il risultato delle ultime amministrative, il referendum di ottobre e il ruolo di segretario-premier di Matteo Renzi. Proprio l’ex sindaco di Firenze ha definito il voto in autunno sulla riforma costituzionale “cruciale non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana”. Il premier ha quindi auspicato che “questa direzione sia prima di tutto un’occasione di dialogo dopo amministrative, che non sono andate bene, dopo la Brexit e dopo la più grande strage di civili italiani all’estero”.

Renzi è poi passato ad un secondo argomento sentito in particolare dalla minoranza interna al partito: il deludente risultato delle elezioni con le sconfitte elettorali a Roma, Napoli e Torino: “Il Pd può anche discutere dei ballottaggi – ha spiegato il segretario Democrat – ma deve avere la consapevolezza che il mondo si aspetta altro. Possiamo fare le discussioni che crediamo sui ballottaggi, quelli andati male e quelli andati bene… Ma c’è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, se sappiamo offrire una via o ci limitiamo a rincorrere l’ordinaria amministrazione. Io scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa”.

Il primo ministro mette però le cose in chiaro con l’agguerrita minoranza del partito: “Serve chiarezza al nostro interno. Se volete che io lasci, non avete che da chiedere un congresso e vincerlo: in bocca al lupo. Questo partito non è un partito personale, non è mio. E’ scalabile. L’ho dimostrato io e lo dimostrerà chi verrà dopo di me”

Entrando nel merito del brutto risultato alle amministrative, Renzi prova a passare oltre il flop elettorale: “Il Pd può anche discutere dei ballottaggi, ma deve avere la consapevolezza che il mondo si aspetta altro – dice il premier aprendo i lavori – Possiamo fare le discussioni che crediamo sui ballottaggi, quelli andati male e quelli andati bene… Ma c’è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, se sappiamo offrire una via o ci limitiamo a rincorrere l’ordinaria amministrazione. Io scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa”.

Il premier non si è fatto mancare un affondo contro il Movimento 5 Stelle: “Sono pronto ad ascoltare, ma anche a difendere la dignità di questa comunità, l’unica in cui si discute in modo franco e per questo viene rappresentata in modo macchiettistico. Litigano tutti i partiti e quelli che lo sono in modo meno tradizionale lo fanno ancora di più, ma al chiuso delle stanze. Il punto è che loro fingono di essere una falange e appaiono come tali, mentre noi valorizziamo troppo spesso ciò che ci divide”.