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domenica, 26 agosto 2018

E’ difficile fare una analisi del voto a livello nazionale. Mai come stavolta il quadro è confuso.

E’ indubbio che il PD non possa festeggiare, nonostante abbia vinto (o risulti in vantaggio) in circa 900 sui 1300 comuni chiamati alle urne. 

“Non è andata benissimo” dice Matteo Renzi.

E’ chiaro che l’avanzata dei 5 stelle a Roma e Torino (sebbene i grillini a Napoli Bologna Milano Cagliari siano sotto il 20%) preoccupa non poco i vertici del Nazareno.

Renzi è chiamato, forse per la prima volta, a dare una svolta alla sua segreteria e a sperare in un esito positivo dei ballottaggi del 19 Giugno. Diversamente anche la campagna per il Referendum di Ottobre risulterebbe tutta in salita, con un esito che ad oggi è oggettivamente imprevedibile. E non è un caso se la minoranza abbia già dissotterrato l’ascia di guerra. Basti pensare alle parole di Roberto Speranza che afferma:”il partito ha bisogno di un Segretario a tempo pieno”.

Ma il vero neo, il buco nero, per i democrat di queste comunali 2016 è , però, senza dubbio il risultato di Napoli.

Non solo perchè , come previsto da tutti i sondaggi pre elettorali, Valeria Valente non raggiunge il ballottaggio ma anche perché in città i democrat sprofondano all’11,7%. Una delle performance peggiori d’Italia che fa segnare il record negativo di sempre del PD sotto il Vesuvio. 

Non va meglio nelle municipalità. La scelta della Valente di puntare sui nomi civici alla guida dei parlamentini territoriali, si è riveleta assolutamente controproducente.

Il commissariamento della federazione provinciale, annunciato di fatto ieri da Renzi in conferenza stampa, appare dunque assolutamente inevitabile.

La sconfitta più cocente è quella di Bagnoli Fuorigrotta anche simbolicamente dato che sul destino di Bagnoli si è consumato lo scontro più duro fra De Magistris e Renzi.

Il pessimo risultato del partito può essere sintetizzato con il numero di preferenze del suo capolista il Prof Bifulco che si ferma a 300 preferenze; raffrontati con i 6000 voti presi da Mara Carfagna che guidava la lista di Forza Italia e con i 4700 raccolti da Alessandra Clemente che capeggiava la lista di Dema. 

Il vero vincitore di questa tornata è lui, il Sindaco uscente che con ogni probabilità sarà riconfermato alla guida di Palazzo San Giacomo

Senza strutture di partito, ormai liquefatte a Napoli sia nel centrodestra che nel centrosinistra, De Magistris ha imposto un suo stile, una sua cifra, un modello anche organizzativo della campagna elettorale.

Può piacere o meno, e a me alcuni toni assunti da lui anche nel recente passato non convincono affatto, tuttavia è indubbio che il Sindaco di Napoli si propone prepotentemente sul piano nazionale.

Nelle dichiarazioni post voto De Magistris ha escluso l’ipotesi di candidarsi alle elezioni politiche del 2018. Ma è chiaro che di qui a 2 anni tutto può cambiare.

Anche perché le forze a sinistra di Renzi e del PD sono a corto di leader e De Magistris potrebbe coprire questo vuoto.

Seguiremo con attenzione la campagna elettorale del ballottaggio, che sarà il replay di quello già visto nel 2011. Sarà di nuovo sfida De Magistris Lettieri al quale va dato atto che, nonostante il crollo di Forza Italia e il mancato sostegno di Fdi, ha costruito una proposta politica che gli ha consentito di superare la Valente e giocarsi la rivincita.

Ma al di là dei destini personali dei singoli esponenti politici restiamo convinti che il bene di Napoli viene prima di tutto

LC