Equitalia, in scena la farsa della rateizzazione. Noi Consumatori: “Aziende rovinate dal Fisco”

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Equitalia, in scena la farsa della rateizzazione. <br>Noi Consumatori: “Aziende rovinate dal Fisco”

di Antonella Bianco

“Basta complicare la vita a tutti i contribuenti. Adesso Cambieremo”. E’ passato poco più di un mese dall’ultima ‘buona intenzione’ strillata a gran voce dall’amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, che l’agenzia di riscossione più temuta dagli italiani scrive un’altra brutta pagina della sua storia. Un artigiano di 50 anni, disoccupato, si è ucciso lanciandosi da un ponte, lo scorso giorno a Genova, dopo aver ricevuto una cartella esattoriale da 100mila euro.

L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di omicidi di stato (così definiti da molti) di cui le cronache sono oramai colme. Nel pieno di una crisi economica che continua a galoppare, imprenditori e professionisti si ritrovano in balia di studi di settore ormai obsoleti, superati, che vanno completamente rivisitati. Ed è spesso lì, in queste situazioni di difficoltà, che arriva la tagliola di Equitalia: un colpo di grazia da cui in molti non riescono più a riprendersi. E a nulla pare sia valsa anche la temporanea ‘clemenza natalizia’ dell’Agenzia di sospendere l’invio delle cartelle esattoriali dal 24 dicembre al 6 gennaio, una sorta di “godetevi le feste che dopo i facciamo i conti” e così è stato. 

Diverse sono le strategie usate da Equitalia negli ultimi anni, in particolare dopo aver ricevuto dal governo Monti ‘pieni poteri’ di recupero credito per fare cassa. Ogni anno infatti  l’Agenzia riceve dall’alto degli obiettivi di riscossione da raggiungere, e quest’anno, l’obiettivo sale a 8 miliardi rispetto ai 7,4 miliardi del 2015. Ma dai tempi della ‘tirannia’ concessa dal governo Monti (con aggio per Equitalia ai massimi livelli), le cose pare siano cambiate nella forma ma non nella sostanza, e il ‘dinosauro’ ha allentato di poco la stretta con addirittura l’attivazione di un piano di rateizzazione. Era infatti possibile fino al 23 novembre 2015 rateizzare la cartella esattoriale (fino a 50 mila euro in 72 rate). Ma è davvero così? Il sistema delle rate è funzionale alle necessità del contribuente? Numerose sono le segnalazioni di associazioni di consumatori, prima fra tutte Noi Consumatori, che denuncia mancate risposte alle richieste di rateizzo. 

“Da mesi Equitalia – scrive l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noi Consumatori-  non risponde nei tempi previsti e dettati da essa stessa alle legittime richieste di rateizzo da parte dei contribuenti. È vergognoso che i contribuenti debbano sempre essere esposti ad ogni tipo di pericolo e diktat divenendo le vittime di un sistema che palesa le incapacità dello Stato a riscuotere i tributi. Bisogna dare alla gente la possibilità di pagare i tributi senza essere rovinati da Equitalia, perché mentre l’agente della riscossione perde tempo nel concedere le rateizzazioni non sospendendo per lo stesso tempo la esecutività delle cartelle espone il contribuente che chiede di pagare ad ogni tipo di espropriazione con pericolo di rovina e fallimento per colpa del sistema”.
“La stessa Equitalia – continua Pisani –  ammette di avere pratiche in arretrato e che potrebbero volerci anche 4 mesi per ricevere una risposta, a fronte dei 60 gg previsti dalla legge. Di fatto le aziende si trovano nell’impossibilità di partecipare a bandi e gare dal momento che risultano essere insolventi nei confronti del fisco pur avendo chiesto la regolare sospensione della cartella in attesa della rateizzazione. Equitalia  rischia così di far fallire aziende che non chiedono altro che di poter pagare le tasse nei modi e nei tempi di legge. Un danno che si aggiunge alla beffa e del quale l’ente di riscossione dovrà rispondere”. Il contribuente infatti, intanto che l’iter fa il suo corso, risulta insolvente nei confronti dello Stato. Ciò significa che non può chiedere di riscuotere crediti insoluti e non può partecipare a bandi e gare fino a quando Equitalia non sblocca la pratica.

Dunque Equitalia, che la mano continua a tenerla sul portafogli degli italiani e non sul cuore, cerca di alleggerire la pillola amara parafrasando la tesi di Adam Smith per la quale ‘la riscossione deve essere comoda per il debitore’, ma nell’intento proprio non riesce.