I responsabili del tentato colpo di Stato in Turchia sono da considerare alla pari di ”gruppi terroristici”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, promettendo che ”non lasceremo il Paese a chi lo vuole occupare” con un atto di forza. ”Chi ha macchiato la propria reputazione di militare deve lasciare il suo incarico. Continueremo a combatterli come facciamo con altri gruppi terroristici”, ha spiegato il presidente. I golpisti, ha proseguito Erdogan, ”hanno puntato le armi del popolo contro il popolo stesso. Il presidente, che il 52 per cento della popolazione ha portato al potere, è in carica. Non riusciranno ad avere successo fino a quando resteremo contro di loro, qualunque sia il rischio”.
Ma l’opposizione attacca, “Golpe? Una messinscena di Erdogan”. Deniz Baykal, ex segretario del partito repubblicano Chp e personaggio di spicco della politica turca, uno dei membri più anziani del Parlamento di Ankara, ha lanciato via Twitter una pesante accusa nei confronti del presidente Recep Tayyip Erdogan, accusandolo senza mezzi termini di aver organizzato il tentativo di golpe per poter realizzare la riforma della costituzione e attuare il tanto anelato presidenzialismo. Secondo Baykal, il tentativo di colpo di stato sarebbe il mezzo con cui il presidente vuole ampliare le proprie competenze e acquisire così poteri esecutivi.
Intanto è salito a 1.563 il numero dei militari arrestati in Turchia a seguito del tentato golpe di una fazione interna all’esercito.