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Cronaca

Esorcismi a luci rosse: arrestato un prete cappuccino e un ufficiale dell’esercito

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Esorcismi a luci rosse: arrestato un prete cappuccino e un ufficiale dell’esercito. Con la scusa di sanare lo spirito e la mente, il frate cappuccino Salvatore Anello, sanava soprattutto il corpo e le proprie voglie sessuali. Secondo quanto riportato dagli inquirenti, il sacerdote in questione faceva leva sulla fragilità delle vittime, utilizzando le loro paure o le loro patologie per abbattere ogni inibizione, per convincerle subdolamente che quelli potessero essere gli unici rimedi per curarle dal “demonio” o dal “malocchio”. Dei veri e propri “esorcismi a luci rosse”. Suo complice, un ufficiale dell’esercito, Salvatore Muraro, che per far scivolare le proprie mani sotto le magliette o dentro alle mutandine delle malcapitate avevano inventato di tutto: “Il diavolo entra dalla vagina”. Le chiamavano “preghiere di liberazione” o di “guarigione” per le quali era necessario un “olio benedetto”. Queste solo alcune delle frasi riportate nei messaggi scritti dai due uomini alle donne di turno che dovevano essere sottoposte a esorcismi. E ancora, una delle più inequivocabili: “Quando finisce il ciclo facciamo la preghiera”. Ed è stata proprio questa frase detta ad una donna e alle due sue figlie ancora minorenni a far scattare le indagini della polizia di stato, Procura della Repubblica-Tribunale dei minori. secondo quanto raccontato dalla donna, avevano conosciuto il sacerdote in occasione di un “gruppo spirituale”. Un’occasione perfetta per scambiarsi il numero di cellulare e invitare la madre a contattarlo, certo che avrebbe potuto aiutarle a sconfiggere il “demone della lussuria”. “Lui mi avvicinava con la testa al suo pene, mentre avevo gli occhi chiusi, e io facevo sesso orale. Mi teneva la nuca che secondo lui serviva per superare i traumi. Quando mi avvicinavo a lui iniziavo a gridare come se il demonio uscisse e mi diceva di prendere energia dal suo pene”. Ma Muratore si sarebbe spinto anche oltre, arrivando a parziali penetrazioni. Lo stesso militare, secondo quanto ricostruito durante indagini dirette dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Giorgia Righi, avrebbe portato alcune persone dal parroco (con il quale comunque non avrebbe condiviso gli abusi ndr) per verificare se fossero possedute dal demonio. Padre Anello, nonostante non sembrerebbe essere arrivato a rapporti orali o completi, utilizzava lo stesso schema, sfruttando le debolezze e i problemi delle sue fedeli per “allungare le mani”. “Lui mi rispose che pregando e affidandomi al Signore alla fine si sarebbe risolto tutto. Ecco perché, purtroppo, ho ripetuto le visite…”. Dopo i primi incontri la donna si recò in compagnia della sola figlia che aveva vari problemi di salute. “Ci riceveva sempre nella stessa stanza all’interno del convento dei Cappuccini, e ci fece accomodare su due sedie distinte. Padre Anello aveva l’abitudine, durante la preghiera, di imporre le mani, partendo dalle cosce. Cosa che fece anche quella volta. Iniziò con una mano a toccarmi alternativamente le cosce, per poi passare sulle natiche. Poi iniziò a palparmi la schiena, a mettermi la mano sotto la maglietta e strusciarla sulle spalle, fino a infilarla dentro i pantaloni, fin dentro gli slip, quasi fino all’ano. Poi mi mise la mano dentro il reggiseno sfiorandomi i seni”. I due sarebbero stati arrestati oggi, con l’accusa di violenza sessuale.

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