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Europa, il monito di Junker: “Ue va molto male, troppe fratture”

Former Luxembourg prime minister Jean Claude Juncker delivers a statement prior to the confirmation of his election as President of the European Commission, at the European Parliament in Strasbourg eastern France, Wednesday Oct 22, 2014. (AP Photo/Christian Lutz)
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“Non parlo del Discorso sullo Stato dell’Unione, perché l’Unione va molto male. Un anno fa dicevo che non c’era abbastanza Unione e dopo un anno non posso che ripeterlo. Le rotture e le fessure sono numerose e sono pericolose”. Con toni duri il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, davanti alla plenaria del Cese, ha rimarcato le grandi difficoltà all’interno dell’Unione, spaccata tra crisi economica, Brexit e caos migranti. Juncker ha sottolineato che “c’è ancora troppa disoccupazione, anche se l’Europa ha creato 8 milioni di posti di lavoro” ed “il tasso di occupazione è vicino a quello degli Usa” quando alcuni anni fa era “più basso di 5 punti”.

L’Unione europea è “alle prese con le crisi dei rifugiati, la Brexit e la mancanza di investimenti” oltre alla situazione “in Ucraina e Siria e si dimentica che la Siria è un vicino dell’Europa, perché è molto vicina a Cipro”. La Ue, dice il presidente della Commissione Jean Claude Juncker alla plenaria del Cese, è “davanti ad una policrisi”.

“Il patto si stabilità non è stupido, come diceva un mio predecessore” perché “le cifre lo dimostrano” e perché “abbiamo inserito gli elementi di flessibilità”, continua Junckere, affermando che “nel 2009 il deficit medio era del 6,3%, ora la media è dell’1,9%”. “E’ la prova che il consolidamento progredisce”.

“La crisi dei rifugiati è importante perché è il motivo per cui la Ue si divide” e la Ue “non deve lasciare sole l’Italia, la Grecia o Malta” ovvero “i paesi in prima linea che la Ue deve assistere”. Lo dice il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker alla plenaria del Cese, aggiungendo: “ammiro l’Italia, fa meglio della Grecia perché ogni giorno salva migliaia di vite” e “le navi di tutta Europa portano tutti in Sicilia e lasciano all’Italia il compito di nutrirli e ospitarli”.

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