martedì, 14 marzo 2017
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Fabrizio Corona torna in carcere, ad incastrarlo una donna

Chi ha incastrato Fabrizio Corona? Il Re dei Paparazzi, ancora acclamato e richiesto in tutta Italia, ritorna in carcere con la sua assistente Francesca Persi per aver nascosto quasi 3 milioni di euro

Chi ha incastrato Fabrizio Corona? Il Re dei Paparazzi, ancora acclamato e richiesto in tutta Italia, ritorna in carcere con la sua assistente Francesca Persi per aver nascosto quasi 3 milioni di euro in nero tra controsoffitti e conti a Innsbruck, in Austria. Ma chi è stato a raccontare nello specifico ai magistrati Ilda Boccassini e Paolo Storari lo strano giro di denaro?

Stando all’ordinanza di custodia cautelare, si tratta di Geraldine Darù, amante dei social network e grande amica di Nina Moric, nella cerchia dei Corona’s dal 2011, quando lavorava in un studio medico in Corso Como (quello del chirurgo plastico Giacomo Urtis ndr), a Milano, vicino alla vecchia Fenice Srl e frequentava Antonio Amoruso, ex autista e agente di Fabrizio,
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Dal gennaio di quest’anno, però, è stata proprio lei a scarrozzare il Re dei Paparazzi in giro per i locali. Aveva un ufficio negli uffici della Atena Srl in piazza della Repubblica e prendeva 1.000 euro al mese «in nero», come annotano i magistrati nell’ordinanza.  Il 19 settembre è stata licenziata, con 3.500 euro ancora da ricevere, aggiungendosi così alla lista di creditori che circolano da anni in cerca di soldi. Per quei soldi la Darù litigherà con Corona: dopo aver portato ad aggiustare un Rolex Vega a riparare in piazza Gae Aulenti, decise di tenerselo come garanzia sui mancati pagamenti, scatenando l’ira e la minaccia di denunce da parte dell’ex socio di Lele Mora.

Per capire il ruolo di Geraldine, che il 4 ottobre ha postato su Facebook una foto con l’ex moglie Corona Nina Moric (la quale ha commentato l’arresto con un tagliente «Ciao Fabrizio, insegna agli angeli a versare l’Iva») e che adesso ricorda ai suoi follower di aver chiuso ogni rapporto con la Atena Srl, bisogna però tornare al 16 agosto del 2016.

Gli inquirenti così mettono sotto sequestro anche il numero di telefono della Persi. E il 5 settembre piombano di prima mattina nella sua abitazione. Qui trovano Darù che diventerà a questo punto uno degli snodi più importanti dell’indagine. Perché ci sarà ancora lei due giorni dopo in casa, quando nel controsoffitto dell’open space vengono trovate 15 buste per una somma complessiva di 1.768.850 euro. Per la difesa di Corona, sono soldi in nero regolarmente guadagnati con il lavoro di comparsa durante gli eventi.

La Persi arriva ad accusare un articolo del Fatto Quotidiano dove Selvaggia Lucarelli la «definisce la cassaforte» di Corona, ritenendo – scrivono i pm – «che l’ultimo furto subito poteva essere ricollegato» a quanto scritto nel pezzo. Ma sono gli interrogatori della Darù, il 20, 27 e 30 settembre a dare una svolta alle indagini.

Sarà lei a spiegare di essere stata la prima a tenere parte dei soldi, per poi spostarli più volte, innanzitutto al Windsor Hotel in piazza Principessa Clotilde, e poi per consegnarli alla stessa Persi che avrebbe dovuto portarli a Innsbruck. Sarà lei a raccontare nello specifico il viaggio dell’amministratrice di Corona in Austria, incluso il particolare di un incidente sull’autostrada del Brennero.

E sarà lei a spiegare ai magistrati il funzionamento della Atena Srl. «La società, sulla carta, è amministrata da Persi Francesca che quindi firma tutti i contratti e gli assegni», si legge nell’ordinanza, «ma il ruolo decisionale all’interno della società è esclusivamente di Fabrizio Corona che decide tutto: serate, compensi, metodologia del pagamento e con che contratto». Il Re dei Paparazzi sarà ascoltato il 13 ottobre dai magistrati, insieme con “la cassaforte” del suo regno che rischia, di nuovo, di sgretolarsi.