(c.a.) – Tommaso Del Gaudio del ’69 detto masino, Fabio Del Gaudio dell’81 e Luciano Formisano del ’68 sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura distrettuale Antimafia ed eseguita dai militari del Nor della Compagnia di S. Maria Capua Vetere, perché indagati di reato di porto in luogo pubblico di arma da fuoco, fatto commesso con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini, condotte tra il 2013 e il 2015, hanno riguardato la faida tra le famiglie criminali Fava e Del Gaudio – detta bellagiò, per il controllo dei traffici illeciti a Santa Maria Capua Vetere.
I fatti riguardano un episodio avvenuto il 12 marzo del 2013. Secondo le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia gli inquirenti hanno scoperto che i tre indagati si erano resi responsabili di aver sparato diversi colpi di arma da fuoco verso Pasquale Fava senza però colpirlo. L’episodio sarebbe da leggere come atto intimidatorio al fine di dare risonanza al ruolo di controllo sul territorio da parte dei bellagiò.
I collaboratori di giustizia che hanno permesso di risalire ai responsabili dell’atto intimidatorio sono Pasquale e Armando Fava. I due, dopo essere stati arrestati per attentati incendiari ai danni della famiglia rivale dei Del Gaudio, decisero di collaborare con la giustizia.
Il furgone con il quale i tre, insieme ad un’altra autovettura, si recarono per sparare contro i Pasquale Fava, apparteneva alla ditta Dhi, azienda di raccolta rifiuti e dove tutti e tre gli indagati lavoravano.
La Faida tra le due famiglie rivali lascia presupporre la possibilità di reiterazione del reato da parte dei tre indagati; per ridurre i rischi il Gip ha deciso per la custodia cautelare.
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