Il 2015 per il fisco locale è stato un anno di rincari, dalla Tasi alle addizionali Irpef. Ma gli aumenti non sono stati uniformi. Considerando il prelievo locale medio su una famiglia tipo che in base a una simulazione della Banca d’Italia ammonta a 1.983 euro, le regioni più penalizzanti sono Campania, Lazio e Piemonte. All’opposto, invece, si collocano Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Basilicata. E’ quanto riporta il Sole 24 Ore che, per fotografare la situazione, si è affidato al nucleo familiare standard individuato dalla Banca d’Italia: la famiglia Rossi, due genitori, lavoratori dipendenti, e due figli minorenni a carico, abitazione principale di 100 metri quadrati, auto del segmento B (Fiat Punto) e un reddito imponibile di 44.080 euro.
La Campania è la regione maglia nera, visto che il prelievo locale medio arriva a 2.416 euro (1.114 in più della Valle d’Aosta). “Particolarmente onerosi” risultano l’addizionale regionale Irpef – legata ai conti della sanità -, la tassazione sui rifiuti (la più elevata d’Italia) e quella sulle assicurazioni Rc auto. Tre capitoli che riflettono altrettante inefficienze storiche del sistema locale. Il Lazio è la seconda regione dove il fisco è più caro: qui il prelievo locale arriva a 2.311 euro, il 16,5% in più della media nazionale, anche per il peso della fiscalita’ di Roma, dove Imu e addizionale regionale sono ai massimi. Da evitare anche il Piemonte, al terzo posto con 2.210 euro. E le altre regioni? In territorio positivo si collocano, nell’ordine, Sardegna, Veneto, Marche, Umbria, Toscana, Lombardia, Puglia, Sicilia e Abruzzo.