Venerdì mattina la Squadra Mobile di Latina, unitamente a personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fondi, delegati alle indagini dalla Procura della Repubblica, e coadiuvati in loco per il rintraccio da personale della Squadra Mobile di Napoli, hanno individuato il luogo di rifugio e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria Antonio Fragione, nato a Terracina, 34 anni, gravemente indiziato di essere l’autore materiale dell’omocidio di Vincenzo Zuena, 69 anni, a cui era legato da un lontano grado di parentela, in quanto il padre era il cugino della vittima, avvenuto lo scorso lunedì.
Fragione è stato individuato nelle prime ore di questa mattinata a Napoli, nei pressi della Stazione Ferroviaria Napoli Centrale di Piazza Garibaldi, dove si era rifugiato sin dai giorni precedenti il delitto, in quanto in qualità di assuntore di stupefacenti aveva ivi stabilito i suoi contatti privilegiati, condividendo ambienti border line gravitanti presso il citato scalo ferroviario. L’uomo non ha avuto il tempo di opporre resistenza né di fuggire, ed è stato bloccato nei pressi del Mc Donald’s della Stazione.
Ricostruendo le fasi salienti dell’indagine serrate e costantemente coordinate dal Pubblico Ministero, dottoressa Cristina Pigozzo, la Squadra Mobile ed i colleghi della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Fondi hanno da subito individuato la possibile pista in ambienti familiari o para familiari, comunque, vista l’abitudine della vittima di non aprire a sconosciuti e l’assenza di segni di effrazione all’ingresso.
Sin dalle primissime acquisizioni è emersa la figura di Fragione, tossicodipendente allontanatosi da casa dai primi di marzo, il quale aveva un piccolo debito con la vittima non onorato e conosceva le abitudini dei coniugi anziani, anche per esserne lontanamente imparentato. Il predetto poteva aver maturato l’intenzione di rapinare gli anziani che sapeva disporre di danaro contante in casa, ed effettivamente il killer, portatosi poi a quell’indirizzo, asportava qualche centinaio di euro da casa reperiti subito dopo la brutale aggressione, compiuta con circa 30 coltellate per lo più assestate alle spalle.
Fragione era stato controllato a Napoli con altri tossicodipendenti in Piazza Garibaldi, quindi vi erano elementi per ritenere possibile che da lì lui si muovesse, forse anche nell’occasione di questo delitto. Questa intuizione investigativa trovava conforto nelle risultanze investigative immediatamente raccolte poiché incrociando alcune dichiarazioni testimoniali di vicini di casa, che dicevano di aver visto negli orari compatibili con il delitto ovvero tra le 17 e le 18 del 14 marzo, un’auto con la scritta taxi, con le immagini immediatamente estrapolate nei pressi di casa della vittima e quelle presso la stazione di Formia, si aveva contezza che effettivamente un taxi da Formia intorno alle 16 si era mosso per dirigersi in via Madonna delle Grazie a Fondi. Rintracciato il proprietario del taxi, sono state raccolte utili e circostanziate descrizioni di orari e della persona accompagnata fino all’indirizzo della vittima in orari perfettamente compatibili con quello dell’omicidio, benché non riconoscesse con assoluta certezza Fragione, il quale è stato invece riconosciuto senza ombra di dubbio da alcuni dipendenti del Commissariato di Fondi. Dopo l’efferato omicidio, l’uomo ha concordato col tassista il prezzo (150 euro) per farsi riaccompagnare a Napoli.
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