Un quarto di finale che ha un’immensa storia alle spalle tra Italia e Germania. I tedeschi sicuri di vincere e gli azzurri forti di una tradizione che dura a Messico ’70. Infatti i tedeschi non hanno mai vinto in una competizione ufficiale contro l’Italia. Ma Pellè che figuraccia
Il primo tempo si chiude con le reti inviolate ma con gli azzurri che registrano l’occasione più pericolosa del match. Loew e Conte mettono in campo due formazioni speculari e molto tattiche. Nella seconda frazione di gioco una buona giocata di Gomez che libera Hector consente, poi, a Ozil di portare in vantaggio la sua compagine.
La reazione azzurra arriva subito e Boateng fa un grande regalo agli azzurri con un fallo di mano in area di rigore. Non ci sono dubbi è calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta Bonucci che batte Neur. Nei restanti minuti non accade nulla e i novanta minuti terminano in parità
Nei supplementari non accade nulla. L’Italia di Antonio Conte esce solo ai rigori contro la Germania dimostrandosi al livello dei tedeschi. Gli azzurri escono a testa alta, ma con molti rimpianti, quante occasioni mancate in questi rigori. Una partita infinita, piena di emozioni e di sofferenza. Come al solito quando si incontrano Italia e Germania. Non possiamo fare altro che ricordare per mesi il rigore fallito da Pellè. E quello di Darmian e di Zaza.
Di Pellè non ricorderemo tanto il rigore tirato malissimo, ma il suo gesto a Neuer prima del tiro dal dischetto: “Ti faccio lo scavetto”. Non solo non ha fatto lo scavetto, ma ha pure sbagliato. In Italia è una cosa che non ti puoi permettere. Solo due gol su cinque nella prima sequenza. Troppo pochi per vincere. A testa alta, è vero, contro i campioni del mondo ma si poteva fare qualcosa di più.