Il Presidente turco Erdogan, secondo quanto riferito da La Repubblica, lo aveva detto, “faremo pulizia all’interno di tutte le istituzioni dello Stato” con l’obiettivo di liberare il paese da tutti coloro che ha innescato la rivolta sfociata nel tentativo di colpo di stato di venerdì sera. Ma le purghe, su vasta scala e accompagnate da esagerata violenza e accanimento, iniziano a preoccupare la comunità internazionale.
Il premier Binali Yildirim aggiorna i numeri dell’epurazione in corso. “Sono 7.543 le persone arrestate, tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, e 650 civili. Per 316 è stata confermata la custodia preventiva”. Il premier ha fornito anche un nuovo bilancio delle vittime del fallito golpe: sono morte 208 persone, di cui 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati. Oltre 100 golpisti sono stati uccisi.
La “purga” investe anche la polizia e passa anche attraverso la sospensione di 30 prefetti su 81 e il sollevamento dall’incarico di 8.777 dipendenti del ministero dell’Interno, con circa 8mila agenti costretti a riconsegnare armi e distintivi, così come 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali.
Il presidente turco Erdogan ha prorogato l’ordine per i caccia di pattugliare lo spazio aereo di Istanbul e di Ankara dopo aver vietato agli elicotteri militari di decollare da Istanbul. Mentre il governo turco impone il divieto di espatrio ai 3 milioni di dipendenti pubblici, a cui sono anche state cancellate le ferie.
Molte le preoccupazioni dal mondo politico internazionale. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha telefonato a Erdogan per esprimergli la sua “ferma opposizione” alla reintroduzione della pena di morte in Turchia. E che “l’ondata di arresti e rimozioni dagli incarichi” di magistrati, ufficiali dell’esercito e funzionari di polizia “sono motivo di grande preoccupazione per la Germania”. La telefonata fa seguito all’ammonimento già lanciato dalla cancelliera all’indirizzo di Ankara: l’eventuale reintroduzione della pena di morte significherebbe “la fine delle trattative per l’ingresso nell’Unione europea”. La Germania, riporta ancora il portavoce, chiede alla Turchia di mettere fine alle “rivoltanti scene di giustizia arbitraria e vendetta” e invita a rispettare i principi di “proporzionalità e governo della legge” nella risposta dello Stato al golpe.