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Lazio

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Movimento 5 stelle nel caos. Cosi come il Sindaco di Roma. Dopo il blitz di ieri nella Capitale, a causa della crisi scoppiata in seno al M5S dopo l’arresto del collaboratore del Sindaco Raggi Raffaele Marra, stamattina Beppe Grillo ha lasciato Roma senza incontrare il sindaco. «È un disastro annunciato», dicono dal quartier generale della Casaleggio Associati. «Ma non sono vicende riconducibili a noi», prova a ragionare un altro fedelissimo. «Cosa deve succedere ancora?», commentano i realisti. Luigi Di Maio prova a sorvolare con scarsi risultati. È lui il primo ad affacciarsi sui social con un lungo post dedicato alle forme di stoccaggio delle energie rinnovabili. Tema che fa strabuzzare gli occhi a molti seguaci che chiedono: «Luigi ma a Roma che dobbiamo fare?». Mentre Di Maio ignora la notizia, Roberto Fico che per mesi si è sorbito le preoccupazioni di parlamentari e attivisti sul caso Marra, decide di affrontare la questione subito radunando i colleghi per decidere il da farsi: «Certo é pesante, fortunatamente ci sono indagini in corso, è una casa grave, gravissima». La tensione é palpabile e i parlamentari M5S faranno di tutto per scindere una volta per tutte il capitolo Raggi dalla storia del Movimento.Il senatore calabrese Nicola Morra si scalda persino quando tra i cronisti le vocali dei cognomi (Marra/Morra) creano l’imbarazzo istantaneo: «Sono Morra, Marra lo dice a qualcun altro». Ma al di là di questo, Morra ci tiene a far passare un altro messaggio, quello dell’intransigenza: «Si parte dal presupposto che se vuoi essere severo con gli altri devi essere inflessibile con te stesso».Intanto è caos nella maggioranza M5S capitolina non c’è al momento una linea condivisa. «Oggi per il quarto giorno consecutivo proseguono i lavori in aula. Chi abbia voglia di conoscere il lavoro fatto (e che é in corso) può leggere il seguente post». Questo l’esordio e il finale del post su facebook del consigliere comunale M5S Angelo Diario, vicino a Virginia Raggi. Un messaggio chiaro: l’amministrazione va avanti.Scelta che però si configura come benzina gettata su un incendio che divampa mentre due esponenti di peso del Campidoglio: Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina e Paolo Ferrara, capogruppo di maggioranza cadono in contraddizione. Il primo è per la linea dura: «Ribadiamo la nostra fiducia nella magistratura. Se abbiamo trovato già un sostituto? Ovviamente no per il momento, quella del capo del personale è una figura importante, ma ci sono tante figure possibili».Ferrara sposa la linea morbida che vedrebbe Marra non come il braccio destro di Raggi ma come un tecnico tutto sommato sostituibile: «Aspettiamo il lavoro della magistratura. Il problema non c’è, Marra non è un politico, è un esponente tecnico, lo sostituiremo come è giusto che sia». u Beppe Grillo per primo a chiedersi se Marra fosse un tecnico o un politico di peso in grado di influenzare la linea della giunta Raggi. La risposta, rassicurante e positiva, gli arrivò dai consiglieri di maggioranza a cui telefonò appositamente. La fiducia in Raggi viene meno anche sui social, basta leggere i commenti sotto choc degli attivisti pentastellati romani. Uno su tutti, quello di Francesca De Vito, sorella del presidente dell’assemblea capitolina, quel Marcello De Vito che ora in molti rimpiango come mancato primo cittadino. «Cronaca di una morte annunciata», scrive la De Vito che non prevede conseguenze soft: «E adesso muoia Sansone con tutti i filistei». L’unico a difendere la sindaca per ora è il suo ex marito, Andrea Severini che su facebook scrive: «Calma e sangue freddo. Lui è il capo del personale, non c’entra nulla con la Giunta e il Movimento».Su Facebook Roberta Lombardi, tra le più dure “avversarie” di Marra deltro ai 5 stelle, cita Martin Luther King: «La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta».

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