Guai per il coordinatore, non è una novità Forza Italia in Campania, record di indagati

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Guai per il coordinatore, non è una novità Forza Italia in Campania, record di indagati

Ora bisogna capire una cosa: è Forza Italia (o il defunto Pdl) a chiamare i guai giudiziari o è solo avendo guai giudiziari che si arriva ai vertici di Forza Italia? Perché la sequenza degli esponenti di punta del partito berlusconiano che, in Campania, negli ultimi anni sono costretti a passare più tempo tra studi legali, aule di giustizia e, a volte, celle dei penitenziari è da brividi.

Se si potesse parlare di record, come per una competizione sportiva, i forzisti campani batterebbero tutti. Coordinatori, deputati, consiglieri regionali: negli ultimi anni i pezzi da novanta del partito di Berlusconi pagano più fatture agli avvocati che al panettiere.
Oggi è toccata a Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia per diretta investitura di Berlusconi. E’ finito nella maglie di una inchiesta sui rifiuti. Se il Senato dice sì – e come potrebbe dire no? – finirà agli arresti domiciliari.

Su quella stessa poltrona, esclusa la parentesi di reggenza romana del senatore Nitto Palma (uscito indenne dall’esperienza), sedeva Nicola Cosentino, anche lui politico da record: in carcerazione preventiva da mesi, sotto processo e in attesa di giudizio.
Due coordinatori regionali degli ultimi dieci anni agli arresti: fosse successo in un’altra regione sarebbe un caso nazionale. Ma in Campania quasi non scandalizza più.
Il palmares, in realtà, se si scalano le posizioni di vertice e si va a pescare nelle truppe, partendo da graduati, si arricchisce di tanti altri casi. Fulvio Martusciello, per esempio, vicecoordinatore regionale dal 2009 al 2012, ex consigliere regionale, oggi eurodeputato, questa estate finisce in una inchiesta della Dda di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui nessun provvedimento cautelare, ma un pesante avviso di garanzia.

Più duri, invece, i Pm con il deputato casertano Carlo Sarro per il quale, nell’ambito della stessa inchiesta, fu inviata alla Camera dei deputati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la richiesta di arresto. Poi il provvedimento fu annullato ma l’inchiesta rimane.

Più o meno lo stesso destino di Luigi Cesaro, deputato, ex presidente della Provincia di Napoli. Per Cesaro, a lungo “gemello del gol” di Cosentino, Il 23 luglio del 2014 la procura di Napoli chiese alla Camera l’arresto. L’accusa, concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. La richiesta non fu mai votata perchè il Riesame, venti giorno dopo, la annullò. Ma Cesaro non resta certo fermo e così, oggi, entra da indagato anche nell’inchiesta che coinvolge De Siano.
Nei mesi scorsi, di passaggio, qualche guaio anche per le donne forziste in Campania. Prima Nunzia De Girolamo, berlusconiana della prima ora, breve flirt con Ncd e poi ritorno a casa dal Cavaliere, toccata – ma senza conseguenze – dallo scandalo sull’Asl di Benevento. Poi, Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale di Forza Italia, vicina a De Siano, destinataria di una ordinanza di obbligo di dimora nell’ambito di una inchiesta a Ischia.

Fa notizia, a questo punto, quello che in genere notizia non fa. Cioè, chi ha avuto ruoli di vertice e non è stato mai indagato. Ma dove sono? Dove si nascondono? Venite fuori, fatevi vedere. Il vero record siete voi.