“Milano può essere la città test per la questione immigrazione: siamo pronti a farlo, ma serve la collaborazione di tutti. Del governo, che deve fornirci gli strumenti adeguati, creando un organismo specifico. E degli altri comuni della Città metropolitana, che devono fare la loro parte: e’ quello che diro’ ai sindaci lunedi’, domani”. Lo afferma in un’intervista a “La Repubblica – Milano” il sindaco Giuseppe Sala. “Oggi in citta’ ci sono poco piu’ di 3mila migranti – mille in piu’ di quanti ne potremmo accogliere ufficialmente – che diventano 4.500 in tutta l’area metropolitana. Fino a febbraio quasi tutti ripartivano dopo pochi giorni, ma adesso la tendenza e’ drasticamente invertita. Il 70 per cento fa richiesta di asilo, perche’ e’ sempre piu’ difficile passare le frontiere”, spiega il sindaco, che sulla provenienza aggiunge: “Per la maggior parte eritrei, sudanesi, egiziani. Pochissimi i siriani. Molti vengono identificati in altre questure, ma poi si spostano comunque a Milano, perche’ da qui sperano sia piu’ facile ripartire, ma anche perche’ sanno che la macchina dell’accoglienza funziona. Tra istituzioni, terzo settore, Curia e i milanesi che volontariamente si mettono a disposizione, stiamo facendo miracoli. In soli due giorni sono state raccolte dieci tonnellate di aiuti. Ma questa non e’ un’emergenza temporanea e Milano si sta sobbarcando il peso maggiore: ecco perche’ serve una svolta”. “Stiamo lavorando per aprire l’ex caserma di via Corelli e per trovare un gestore per l’ex campo base vicino all’area Expo. Ma soprattutto stiamo cercando di affrontare situazioni diverse con risposte specifiche – prosegue Sala -. Penso ai minori non accompagnati, che oggi sono circa un migliaio e di cui io, come sindaco, sono responsabile: avvieremo percorsi di scolarizzazione, non basta dare loro un letto”. “Io penso che i milanesi che si lamentano dei profughi debbano decidere cosa preferiscono: vederli impegnati in una attivita’ o continuare a criticare perche’ stanno tutto il giorno a bighellonare nei parchi?”, chiede Sala, che a chi ribatte che i migranti non dovrebbero proprio arrivare in Italia risponde: “Chi ragiona in questo modo non si accorge delle evoluzioni in atto. Le associazioni umanitarie segnalano che in Turchia ci sono tre milioni di migranti: dopo il tentato golpe cosa accadra’? Potrebbero cercare di arrivare in Europa. Pensiamo davvero che la risposta siano i muri o i referendum come in Ungheria? La risposta umanitaria a chi fugge da guerre, fame e disperazione deve esserci: ma senza scaricare tutto il peso su una parte. E’ giusto che Milano sia la citta’ pilota per la gestione dei migranti, ma chiedo interventi concreti. Serve un organismo che possa in tempi piu’ rapidi individuare e sistemare luoghi per l’accoglienza – penso alle caserme dismesse – avendo anche piu’ fondi a disposizione, e che lavori su una ripartizione piu’ equa dei migranti: gli arrivi non sono finiti”.