Nel Nord Italia si contano almeno dieci vittime per la cosiddetta febbre del Nilo, virus trasmesso dalla zanzara culex. L’andamento dell’epidemia, così come rilevato nelle regioni del Nord-Est, suggerisce che potrebbe esserci un picco di contagi, per poi scendere grazie alla diminuzione delle temperature e a un’immunizzazione naturale della popolazione. Ma per il momento il meteo non lascia ben sperare dato che nella prima parte della settimana è previsto il ritorno del caldo. “C’è una reale allerta. La malattia sta vivendo quest’anno la più grande epidemia mai avuta in Europa e l’Italia, con Serbia e Grecia, è tra i Paesi più colpiti”, ha spiegato Caramelli, direttrice dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ricordando che l’epidemia di West Nile ha raggiunto in tutta Italia quota 255 persone infette da giugno.
“L’unico modo per fare prevenzione…”
Attivate tutte le misure del caso – “L’intensificazione di quest’anno non si era mai vista – così ancora, si legge su Repubblica, ha spiegato Caramelli – Le zanzare sono aumentate e crescono quelle esotiche che trasportano virus finora assenti in Italia: ora invece trovano condizione climatiche adatte. L’unico modo per fare prevenzione è prendere precauzioni individuali da un lato e dall’altro disinfestare, anche se forse le bonifiche pubbliche negli ultimi anni sono state un po’ tralasciate. Bisogna capire che sarà sempre così e agire soprattutto nelle zone dove ci sono agglomerati di persone”. In ogni caso dalla Regione Piemonte non trapela preoccupazione: la Regione ha spiegato che, come ogni anno, sono state intensificate le misure previste dal Piano regionale di sorveglianza e controllo dei casi umani di arbovirosi per contrastare la diffusione delle malattie trasmesse da zanzare.
fonte: Fanpage