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Società

Intervista esclusiva a Massimiliano Gallo, il commissario dei “Bastardi di Pizzofalcone”

Pizzofalcone
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di Maridì Sessa

Periodo d’oro per Massimiliano Gallo, il commissario Palma ne “I Bastardi di Pizzofalcone” la fortunata serie TV poliziesca in onda su RAI 1 tratta dall’omonimo romanzo delo scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni, attualmente impegnato al Festival teatrale di Santago del Cile con la compagnia del Teatro Mercadante di Napoli nel lavoro “Un  tram che si chiama desiderior a Santiago del Cile .

Massimiliano Gallo ci parli del Commissario Palma

“Palma è un uomo ricco di sfumature interiori, che nel privato vive uno stato di disagio poichè sta uscendo da una separazione matrimoniale; lui è un poliziotto che crede nell ruolo dello Stato come garante di giustizia e di libertà sociale, con forti ambizioni per la sua carriera, ben consapevole di operare in un contesto altamente rischioso, ma non volendo una vita diversa.”

In che maniera gli uomini dello Stato si interfacciano con i cittadini comuni?

“Spesso mi è capitato di relazionarmi con poliziotti e magistrati sulla loro complessa missione e la loro risposta è sempre stata  la stessa: essi rappresentano nel concreto l’”Anti Stato” mentre  noi cittadini comuni siamo lo Stato”

Come viene dipinta Napoli in questa occasione?

“Credo che la mia città ne esca fuori alla grande mentre  il dualismo tra “buoni e cattivi” del nostro tessuto sociale evidenziato in maniera esasperata da “Gomorra” è inutile e molto dannoso per la sua immagine. Napoli, come diceva il grande Pino Daniele, è anche “quella delle “Vele””

Nel cast figura con un ruolo molto impegnativo  Alessandro Gassman

“Con Alessandro è stato un piacere rincontrarsi sul set quasi come in un contesto familiare; ci siamo conosciuti in occasione del lavoro “Una Grande Famiglia” ed abbiamo lavorato insieme , divertendoci enormemente con Rocco Papaleo, lo scorso anno, entrambi interpreti del suo film “Onda su Onda”. Gasman è un uomo che stimo profondamente e credo che questo sentimento sia assolutamente corrisposto”

La sua esperienza di essere diretto da un regista attento e profondo come Carlo Carlei?

“Bellissima; credo che Carlei abbia fatto un ottimo lavoro poiché ha cercato di immergersi nella città di Napoli nella sua totalità”

C’è chi  paragona questa fiction con altri prodotti audiovisivi quale “la Squadra Antimafia”

“Non credo che ciò sia giusto; questa fiction evidenzia un valore aggiunto, quello di essere costruita sulla penna di un grande scrittore , Maurizio De Giovanni; i suoi protagonisti sono poliziotti  che vengono in luce più per il loro lato umano che lavorativo; sono uomini che vengono descritti con le loro angosce, i loro dubbi e le loro speranze, le proprie fragilità; personalmente credo che sia proprio questo aspetto umano  il segreto del successo della  fiction in quanto allo spettatore interessa molto relativamente scoprire chi è l’assassino o l’esito delle indagini del team poliziesco, appassionandosi invece sui personaggi, sulla loro vita privata e spesso immedesimandosi anche in questi””

Gallo si evidenzia qualche  suo tratto caratteriale nel personaggio Palma?

“Io trasmetto sempre parte di me, tanta umanità nei personaggi che interpreto, in quanto sono sempre particolarmente  affascinato dal loro aspetto caratteriale. Ed anche in questo caso quando ho abbracciato questa parte ho immaginato come sarebbe stato Massimiliano nella realtà come vice questore; Palma è mosso da un piccolo moto di vanità, volendo fare ancora carriera mentre nel privato sta vivendo un lutto,  la separazione familiare che però in un certo senso rappresenta anche una sorta di rivoluzione, un suo momento di rinascita, un futuro tutto da scoprire”

Massimiliano Gallo, lei si considera “Figlio d’arte”?

“Certamente sì, avendo il mio papà, Nunzio Gallo, dedicato l’intera sua vita allo spettacolo, ma anche la mia cara mamma era un ‘artista. Mia madre nasce professionalmente come attrice, con esperienze lavorative di rilievo conseguite in  Compagnie importanti come quella  di De Filippo e di Nino Taranto. In seguito, a malincuore, abbandonò  questo lavoro, avendo generato quattro figli, ma coltivò sempre la sua vena artistica, aprendo una galleria d’arte “La Giara” nei pressi di via dei Mille ed allestendo periodicamente mostre di tanti pittori importanti di quel periodo quali Bertè , Chianesi. Noi bambini, fin dalla nascita abbiamo respirato questa atmosfera particolare in cui lo spettacolo ha una sua sacralità, viene considerato un vero e proprio lavoro a cui dedicarsi totalmente con entusiasmo e serietà”

L’esordio nello spettacolo?

Da bambino. La mia mamma fondò una compagnia di piccoli attori e tra questi c’ero anche io; lei ci trattava non da ragazzini ma come veri professionisti. Presto divenne il punto di riferimento per la Rai, che puntualmente si serviva del suo supporto, quando per qualche film o telefilm occorrevano interpreti molto giovani. Il mio primo lavoro fu all’età di 10 anni come interprete  di un telefilm che veniva proiettato all’interno di un programma pomeridiano  per i ragazzi dal titolo “Il Trenino va”. . Con papà ci siamo incontrati molti anni dopo, recitando insieme ne “La Cantata dei pastori”; in scena c’era anche mio fratello Gianfranco mentre mio padre interpretava il ruolo del diavolo>>

 I rapporti con Gianfranco, suo fratello?

“ Sono idilliaci; va tutto alla grande e godiamo reciprocamente  dei nostri successi professionali “

Gianfranco Gallo, come vive il suo lavoro?

“ In maniera passionale; provo tanta emozione quando lavoro in progetti in cui credo fortemente”

Si considera un protagonista dello schermo o un attore di teatro?

“ Non amo etichettature, sono pronto a ricoprire qualunque ruolo, sposando  l’idea dell’attore all’americana che non deve mai riconoscersi in un film o in una serie TV; passo con molta disinvoltura dal cinema al teatro alla televisione”

Progetti futuri?

“Ho sei  film in uscita per il cinema”

 

 

 

 

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