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Calcio

Joao Mario: “Con la Francia faremo la partita della vita”

Joao Mario
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  "Le partite non si vincono con i sondaggi". Joao Mario lancia subito un messaggio forte ai francesi che, battuta la Germania, sognano il trionfo nella finale di domenica

“Le partite non si vincono con i sondaggi”. Joao Mario lancia subito un messaggio forte ai francesi che, battuta la Germania, sognano il trionfo nella finale di domenica. I sondaggi condotti Oltralpe vedono il 60% dei tifosi credere nel successo “ma sono sicuro che il 100% dei portoghesi crede che saremo noi ad avere la meglio – replica il centrocampista dello Sporting Lisbona – Non do molta importanza a questi numeri, ci sta che la Francia possa sentirsi favorita ma sono sicuro che i portoghesi sognano il titolo e questo ci darà grande forza. Ci saranno molti nostri tifosi portoghesi a Parigi e ci trasmetteranno le energie positive di cui abbiamo bisogno. La Francia gioca in casa e ha tutto il diritto di sognare la vittoria, tra l’altro da tempo non batteva la Germania e c’è riuscita ma conosciamo i nostri precedenti con la Francia e questo ci dà ancora più forza”, il riferimento alle due precedenti sconfitte agli Europei, prima nell’84 e poi nel 2000. “Tutti noi andremo in campo con la consapevolezza che si tratta della partita della vita. Possiamo entrare nella storia del Portogallo – afferma ancora Joao Mario, lo scorso anno sconfitto in finale dalla Svezia nella finale dell’Europeo under 21 – Dal primo giorno in cui abbiamo cominciato a lavorare insieme, il mister ci ha detto che potevamo vincere questo Europeo. Abbiamo avuto un ottimo cammino di qualificazione, abbiamo superato i momenti meno buoni e ci presenteramo a questa finale con grande fiducia. Domenica e’ tutto o niente”. A livello personale Joao Mario si dice “pronto questa partita. La nostra nazionale è un mix di gioventù ed esperienza, una combinazione perfetta. Abbiamo giocatori piu’ esperti che ci consigliano ma anche una certa irriverenza tipica dei giovani. E poi, più che l’età, conta quello che puoi produrre”. Nel 2004, quando il Portogallo perse in casa la finale contro la Grecia, il centrocampista dei Leoes aveva solo 11 anni, “ricordo solo che ero a Oporto con amici di famiglia a vedere la partita in tv. Sfortunatamente non è arrivato il risultato che speravamo ma ancora ero troppo piccolo per pensare alla nazionale”. Di sicuro non in molti avrebbero pensato di vedere il Portogallo in finale a questo Europeo, soprattutto fra la stampa lusitana. “Ma non vogliamo vincere per un senso di rivincita – chiarisce – ma per dare una gioia ai portoghesi. Crediamo in noi, nelle nostree idee. I critici ci sono sempre, il nostro segreto e’ stato correggere quello che non andava bene, specie dopo non essere riusciti a vincere le prime tre partite”

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