Cos’è la morte? Ma soprattutto, cosa succede quando finisce la vita? Alle domande, che da sempre attanagliano l’essere umano, può rispondere anche la chimica, o forse soprattutto. Perché, anche se finisce la vita, non è tutto finito. E non parliamo di Aldilà. Su questa tematica è infatti intervenuta l’American Chemical Society, pubblicando un video sul canale ‘Reactions’, che mostra le reazioni della morte. Ancora vive.
“È una domanda inquietante, ma non lo deve essere: “Cosa succede quando si muore?” – si legge sul sito dell’American Chemical Society – Anche dopo che si lascia questa terra, c’è ancora molta chimica dentro di noi”. Il senso è dunque demistificare la morte, cercando di affrancarla dal concetto, piuttosto condiviso, di fine.
In primo luogo, ovviamente, il cuore smette di pompare, ma chi l’ha detto che si ferma tutto? Inizia invece la coagulazione, un processo biochimico anche piuttosto complesso. Senza la circolazione, poi, la temperatura corporea si abbassa e i muscoli si irrigidiscono (rigor mortis), ma anche questo è un processo, in un certo senso, dinamico.
Questa situazione porta a non poter più respirare, e quindi le nostre cellule non ricevono più ossigeno, impedendo ai mitocondri di produrre Atp, una molecola utilizzata per molte attività, e quindi anche loro muoiono. Ma tutto ciò provoca il rilascio di enzimi detti lisosomiali, che creano un ambiente molto appetibile a batteri e funghi, i quali, a loro volta, iniziano a decomporre il nostro corpo, in modo “vivo”.
Anche l’odore terribile dei cadaveri è segno che non è tutto morto: il processo di decomposizione genera infatti due bioprodotti chimici, putrescina e cadaverina, dall’odore disgustoso, ma anche dimetil disolfuro e trisolfuro dimetile, che, insieme a molti altri gas, gonfiano il nostro corpo mentre il processo continua.
In definitiva, entro un anno, la maggior parte della carne del nostro corpo si sarà decomposta, e in 40 a 50 anni anche le ossa saranno secche e fragili, ma tutto questo può durare anche secoli.