di Carlo Tarallo
Era il 3 agosto scorso, e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis dichiarava: “Prendo altri difensori e un esterno”. Era appena arrivato dall’Empoli Hysay, si rincorreva Vrsaljko, si trattava Maksimovic, si valutava Dragovic, si giocava con Astori, e si giudicava “rotto” Rudiger, poi andato alla Roma. Le promesse, a mercato chiuso, non sono state mantenute: ancora una volta. E la figuraccia internazionale del mancato acquisto di Soriano sta facendo ridere il mondo intero.
Basta un’occhiata a twitter per verificare come “Soriano” sia l’argomento del giorno, in tutte le lingue. E’ saltato per i diritti di immagine l’acquisto del centrocampista? Forse sì, forse no: l’unica cosa certa è che è l’immagine della società ad essere appannata. La comica del mancato acquisto di Soriano (si ipotizzano anche errori nella stesura del contratto) ha fatto riemergere i sospetti di sempre: una società senza una chiara direzione di marcia, dove tutto è affidato al caso, agli umori e alle convenienze del momento.
Gli ultimi sviluppi del calciomercato riaprono le ferite di una tifoseria che si sente snobbata e sminuita da Aurelio De Laurentiis. Il quale si rivolge spesso agli appassionati azzurri con un distaccato e un po’ sprezzante “voi”. “Che cosa avevate mai vinto, prima che arrivassi io?”. Ecco anche perché i napoletani sono scoraggiati e molto irritati.
La “spia” sono i giornalisti sportivi locali, abituati ad osannare Aurelio De Laurentiis, sempre e comunque, perché si sa: l’accredito per la partita, il giocatore da intervistare, la piccola indiscrezione di mercato vengono “elargiti” dalla società solo a chi “fa il bravo”.
Non è casuale l’attacco di “Adl” alla Gazzetta dello Sport, un quotidiano che sopravvive anche senza essere nelle grazie del presidente e dei suoi famigli. Ma non è casuale nemmeno il fatto che da ieri sera i commentatori di tv, siti e giornali napoletani diano l’impressione di non sapere che pesci pigliare…
Hanno negato l’evidenza per anni, hanno continuato a farlo in questi tre mesi di calciomercato, annunciando ogni santo giorno “colpi”, “bombe”, “sorprese”, “intuizioni” del presidentissimo, salvo essere smentiti immancabilmente dai fatti. Da ieri sera sono in ritirata, i signorotti dell’etere pallonaro napoletano, e se qualcuno ammette di “non poter più difendere l’indifendibile” c’è chi ancora fa il pesce in barile e tenta in tutti i modi di nascondersi.
Ma il vento è cambiato, e basta un’occhiata ai profili social dei più noti tra i giornalisti napoletani per leggere insulti, insulti e ancora insulti. Preoccupati dalla stagione televisiva che sta per iniziare, i cronisti sportivi napoletani sudano freddo (nonostante la temperatura) al pensiero di dover reperire sponsor e inserzionisti per la prossima stagione con un pubblico sempre più critico verso la società e quindi non in linea con il loro aplomb istituzionale.
Come se ne esce? Proviamo a ipotizzare uno scenario. Il Napoli balbetterà nelle prossime giornate di campionato. La testa della classifica sarà definitivamente lontana a dicembre. I tifosi inaspriranno la contestazione. I big della squadra – da Higuain a Gabbiadini da Mertens a Callejon – inizieranno a preparare i bagagli, tirando i remi in barca in primavera. Sarri, che ha il contratto in scadenza a giugno 2016, resterà a fare da parafulmine a una stagione fallimentare.
A fine stagione, tana libera tutti. Tanti saluti all’allenatore, via libera alle cessioni eccellenti giustificate dal bisogno di una “ricostruzione”. Nuovi, generosi incassi per una società che galleggia nell’aurea mediocritas: saldamente tra le prime otto del campionato ma incapace di fare il grande salto. Cristiano Giuntoli farà quello per cui è stato ingaggiato: raccattare baby promesse a basso costo per fare del Napoli un Carpi deluxe. De Laurentiis continuerà a divertirsi con la squadra finché potrà mungere utili.
E i tifosi? Dovranno ricalibrare le aspettative, lievitate in maniera spropositata nel biennio Benitez, e accettare per il Napoli il ruolo di squadra “corsara”, quella “difficile per tutti”, formazione underdog che dà grane alle grandi ma che in bacheca non piazza altri trofei. Una decrescita molto in-felice.