La manovra italiana è stata presentata all’Europa. Il Governo ha mostrato i conti, confermando la stima del deficit programmatico al 2,3% del Pil, in calo rispetto al 2,4% del 2017 “nonostante la revisione al ribasso della crescita e le uscite straordinarie”.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che “il rapporto con la Commissione europea è molto positivo e continuo, ci consultiamo a vicenda. I numeri andranno valutati ma a nostro avviso siamo in regola perché un deficit del 2,3 implica un abbattimento di questa grandezza, perché nel 2016 lo avremo un deficit/pil al 2,4, nel 2017 al 2,3”, rispedendo al mittente le accuse secondo cui la legge di Bilancio nasconderebbe mance e mancette per gli italiani in vista della consultazione referendaria.
Per il titolare del Dicastero dell’Economia le istituzioni comunitarie accoglieranno con favore gli sforzi fatti dall’Esecutivo per presentare il giusto equilibrio tra crescita e tagli: “In fondo – ha ribadito – abbiamo un deficit al 2,3%, il più basso di tanti anni e c’è un problema di compatibilità con certe regole ma poi, siccome l’Europa vive se c’è un accordo generale politico di fiducia, io penso che come in passato si prenderà atto del fatto che le cose cambiano”.
“L’Europa oggi è in un mondo molto più complicato – ha analizzato il ministro – alcuni esempi sono che ci sono milioni di migranti che vengono in Europa passando per l’Italia, che fa grande sforzo innanzitutto per salvare le vite umane e poi per gestire questo enorme flusso di persone. Questo deve essere fatto da tutta l’Europa, ma ci sono tanti Paesi che rifiutano di farlo e noi ci facciamo carico dei loro problemi. Ci sono molti Paesi che non rispettano i patti in temi diversi dalla disciplina fiscale e dai parametri, ma i patti valgono su tutti i temi non soltanto sullo zero virgola”.